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NBA, Nikola Jokic domina contro i Lakers: “Sapevo sarebbe stata una serata speciale”

Nella notte NBA i Denver Nuggets asfaltano i Los Angeles Lakers in quella che si prospettava una delle sfide più interessanti della serata. Alla Ball Arena in Colorado finisce 133-96 per i padroni di casa guidati come al solito da un Nikola Jokic fenomenale: 17 punti, 12 rimbalzi e 13 assist per il serbo, l’ennesima tripla-doppia conquistata in poco più di 28 minuti.

Ai microfoni del post partita, l’MVP in carica ho voluto dire la sua:

“Non so per quale motivo, ma sentivo che questa partita sarebbe stata diversa. Ricordo che nel tunnel ho pensato ‘Ok, questa o la vinciamo di 30 o la perdiamo di 30’. Sapevo sarebbe stato quel tipo di gara, ma sono felice che alla fine siamo quelli che l’hanno vinta di 30. […] A me piace vincere, tutto qua. Chiunque sia il mio avversario. Quindi se dall’altra parte che chi non gioca o riposa o è fuori per Covid a me importa vincere. Nessuno si ricorderà delle assenza, una vittoria è una vittoria”

Dopo un primo quarto in equilibrio, i Nuggets hanno aperto il divario e staccato prepotentemente i Lakers, presentandosi alla ripresa sul 73-60. La difesa e l’intensità di gioco nel secondo tempo hanno fatti il resto, limitando i gialloviola a solo 36 punti negli ultimi 24 minuti.

Nikola Jokic sempre più in forma MVP

Non solo Jokic nella vittoria sui Lakers. A brillare infatti sono anche Jeff Green (26 punti) e Bones Hyland (27 punti e 10 rimbalzi), per un attacco ben sostenuto sia dai titolare che dalla panchina (7 giocatori in doppia cifra). Per i Los Angeles Lakers non basta il solito LeBron James (25 punti con 23 tiri), per la 13° volta consecutiva top scorer dei suoi.

Sette vittorie nelle ultime dieci per Denver, che con un Jokic così può provare a sognare di ripetere la cavalcata fino alle Finali di Conference dell’anno scorso. Lo stesso Joker conclude parlando del suo gioco:

“Ovviamente il mio gioco è fatto di adattamenti. Oggi per esempio i Lakers hanno deciso di non raddoppiarmi quando in campo c’era Dwight, e di farlo quando invece era in panchina. Io cerco di rendere le cose il più semplice possibile, per me prima ed ovviamente anche per i miei compagni. Sto cercando di giocare nel modo migliore per la squadra, senza forzare nulla con troppa aggressività. Se lasci che le cose arrivino da sole, poi queste lo fanno. E questione di tempo prima di trovare il compagno giusto nel posto giusto del campo”

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Pubblicato da
Gabriele Gramantieri

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