Prima della partita della notte scorsa, vinta dai Golden State Warriors ai danni dei Detroit Pistons, Klay Thompson è sembrato fisiologicamente in debito di ritmo in termini di efficacia balistica. Dopo novecento giorni abbondanti di convalescenza, la guardia sta tentando di riprendere la debita confidenza con il proprio tiro, forte della convinzione che solo un volume significativo di tentativi possa giovare crescentemente al suo rodaggio, senza considerare valida alcuna speculazione in merito alle percentuali .
Di seguito, le parole di Thompson, intervenuto in sala stampa proprio al termine della gara contro i Pistons, in risposta alle critiche pertinenti il 35.7% da tre punti registrato sinora:
“Riguardando il computo statistico, aver segnato 21 punti in 22 minuti di impiego non mi rende ancora pienamente soddisfatto. Si tratta certamente di una tappa importante verso la piena riacquisizione del mio potenziale, ma ci sarà ancora molto lavoro da fare. Le battute a riguardo delle mie statistiche? Non do peso a certe discussioni, anche perché le percentuali preoccupano solo chi ha paura di sbagliare. Dovessi anche mancare 100 tiri consecutivi, continuerei a provare, perché in questo momento devo ancora riprendere la massima confidenza con tutte le circostanze della pallacanestro. Sapete bene che amo questo gioco alla follia. Preparare il movimento di tiro, rilasciare il pallone e sentire il rumore della retina mi restituiscono le stesse sensazioni di gioia da sempre, sensazioni che non cambierei con nulla al mondo”.
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