Sacramento Kings 101 – 103 Philadelphia 76ers
Gara ben più complessa, invece, per i Sixers di Doc Rivers, che nonostante le inaspettate insidie riservategli dai Kings riescono a spuntarla di misura grazie ai 36 punti, 12 rimbalzi e 6 assist messi a referto dal solito Joel Embiid.
Rispondendo presente al coro “MVP! MVP!” lanciato dal pubblico di casa, la stella dei Sixers si carica la squadra sulle spalle sin dai primi minuti di gioco, che vedono però Sacramento prendere il sopravvento sul match. I ragazzi di coach Gentry, infatti, chiudono il primo tempo sul 61-50, per poi iniziare ad arrancare una volta rientrati in campo dopo l’intervallo lungo.
All’inizio del quarto periodo i Kings sono ancora avanti per 87-81, ma a quel punto la mano degli ospiti inizia a raffreddarsi e Philly ne approfitta: 12 punti in fila per tornare in vantaggio per 87-93, con l’errore nel finale di Barnes a far esplodere il Wells Fargo Center di gioia.
Washington Wizards 95 – 115 Memphis Grizzlies
Continua il magic moment di Ja Morant, che festeggia la più che meritata convocazione all’All-Star Game mettendo a segno 34 punti nel successo casalingo della sua Memphis a spese dei Wizards.
L’avvio è di quelli da incorniciare, con i padroni di casa che doppiano Kuzma – migliore dei suoi con 30 punti e 8 rimbalzi – e compagni firmando un parziale di 15-30. A quel punto la gara si fa decisamente in discesa per i ragazzi di coach Jenkins, che possono permettersi il lusso di amministrare senza necessariamente dover strafare.
Menzione d’onore per per Steven Adams, autore della doppia doppia da 10 punti e 15 rimbalzi e di un ottimo lavoro nella propria metà campo nel difendere il tabellone e blindare il successo casalingo dei suoi Grizzlies.
Brooklyn Nets 106 – 110 Golden State Warriors
Dopo due anni e mezzo di assenza sul parquet, la mano di Klay Thompson torna a condizionare in maniera decisiva l’esito dei match dei Warriors, che nella notte superano la concorrenza dei Nets grazie alla tripla scoccata dal minore degli Splash Brothers a 12 secondi dalla sirena.
Golden State finisce come aveva iniziato, con un ottimo sprint nelle battute iniziali (20-31 a fine primo quarto) per poi concedersi qualche minuto di tregua, utile a far rientrare Irving – autore di 32 punti, 7 assist e 7 rimbalzi – e compagni in partita. Nonostante un avvio a tinte fosche, con un misero 1-7 dal campo a fine primo tempo, ci pensa Steph Curry ad accendere la luce in casa Golden State: è l’idolo di casa, infatti, a mandare a bersaglio la tripla che a 5 minuti dalla fine vale il controsorpasso Warriors, con Thompson che chiuderà poi i conti più tardi mettendo in cassaforte il successo numero 37 di questa regular season.