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Corner Three #12: Top e Flop della settimana NBA

Nel caso qualcuno non se ne sia accorto, la trade deadline di quest’anno è stata a dir poco esplosiva. Cerchiamo di mettere ordine. Corner Three, tre momenti top e altrettanti flop dagli ultimi sette giorni.

 

Top

Daryl Morey

Sembra che nella pirotecnica trade tra James Harden e Ben Simmons siano tutti vincitori. Trionfano i Brooklyn Nets, capaci di ricevere un giovane All-Star e due solidi role players per un tesserato infelice; trionfano anche i Philadelphia 76ers, che si ritrovano col miglior giocatore dell’intera trade a proprio roster. Eppure, c’è qualcuno che più di tutti e tutto può considerarsi il vero vincitore.

Daryl Morey ha ottenuto ciò che voleva in questo scambio, e non possiamo dire che non ci aveva avvisato. Dopo mesi di vane trattative con diverse franchigie NBA (vedasi Sacramento, Portland e Washington su tutte) il GM era stato chiaro nel dire che se ci fosse stato bisogno, i Sixers avrebbero tenuto Ben Simmons a roster fino alla fine del suo contratto.

Senza fretta e sapendo di avere il coltello dalla parte del manico, Daryl Morey aveva in mente una sola trade possibile, quella che lo avrebbe fatto riavvicinare a James Harden, con il quale già a Houston era stato protagonista di diverse cavalcate Playoff.

La stessa trade che poi è andata in scena, esattamente come la voleva Morey. Chapeau, Daryl.

Embiid e DeRozan, the Beasts of the Est

Altra settimana conclusa, altri sette giorni da MVP. Si può chiamarla ormai ordinaria amministrazione per DeMar DeRozan e Joel Embiid, le stelle che stanno scandendo i successi delle loro rispettive squadre nella Eastern Conference.

Quattro vittorie in fila per i Chicago Bulls di DeRozan nella settimana dal 09/02 ad oggi, chiusa con 36, 35, 38 e 40 punti. Non è stato da meno Embiid capace di registrare una media di 33.3 punti e 15.0 rimbalzi, senza parlare dell’inarrestabile tripla-doppia da 40-14-10 realizzata contro Cleveland sabato notte. Tutto questo con dei Bulls in piena emergenza guardie e Philly che aspetta ancora l’esordio di Harden. Ne vedremo delle belle.

Luka Doncic, il cacciatore di unicorni

Il matrimonio tra i Dallas Mavericks e Kristaps Porzingis è terminato nel peggiore dei modi. Dopo due anni e mezzo di prestazioni altalenanti e un sodalizio con Luka Doncic che mai ha convinto del tutto, la dirigenza texana ha deciso di spedire il lettone a Washington in cambio degli altrettanto discontinui Spencer Dinwiddie e Davis Bertans. Il classico scambio il tuo problema per il mio che siamo curiosi di vedere quale franchigia premierà.

Nel frattempo, Doncic ha già cominciato a screditare le voci che vedevano Dallas perdere quota nella lotta Playoff. Aiutato da una sentita rivalità con i Los Angeles Clippers, miccia perfetta per la sua esplosione balistica, lo sloveno ha chiuso il doppio confronto con i californiani con 51 punti prima e 45 dopo.

Flop

Quel momento al Draft per l’All-Star Game

Si badi bene. Il Draft per decidere la due squadre dell’NBA All-Star Game è stato a dir poco esilarante. Il fatto che si sia consumato poche ore dopo l’ufficialità della trade tra Philadelphia e Brooklyn ha reso poi l’atmosfera tesa coma una corda di violino. O almeno, questo per gli interessati allo scambio dell’anno. Se per Kevin Durant è stata infatti una sfida nascondere la sua frustrazione riguardo all’addio di James Harden, per LeBron James e gli host TNT del Draft è stata festa grande.

KD ha resistito stoicamente ad ogni provocazione, prima di cedere e sul finale nel momento in cui, come ultime chiamate, erano rimasti in gioco Rudy Gobert e lo stesso Harden. La scelta, caduta sul centro degli Utah Jazz, ha scatenato una serie di frecciatine maliziose tra cui un fantastico scambio tra LBJ e Charles Barkley:

“E’ da un po’ che non gioca, sta bene?” LeBron riferendosi a Harden, appena scelto al Draft

“E’ appena stato scambiato, ora sicuro sta bene, tranquillo!” In tutta risposta Barkley

Risate convulse, anche dallo stesso KD. Qui l’estratto incriminato, ma l’intero Draft vale il prezzo del biglietto.

L’autogol di Kevin Porter Jr.

Va bene che dalla stagione degli Houston Rockets non è il caso di aspettarsi gran che. Però che i propri giocatori arrivino a far cesto nel proprio canestro no, a questo nessuno era pronto. Kevin Porter Jr. insegna.

Jarrett Allen, benvenuto all’All-Star Game

A proposito di James Harden. Concludiamo questo Corner Three sull’onda dell’All-Star Game con Jarrett Allen, il centro dei Cleveland Cavaliers che si è conquistato la sua prima convocazione alla partita delle stelle proprio a seguito dell’infortunio del neo Sixers. Un riconoscimento meritato per una stagione fin qui notevole, sia dal punto di vista individuale che di squadra.

Solo un piccolo problema. Questo poster mostruoso rimediato nella sfida contro Philly. Ouch.

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Pubblicato da
Gabriele Gramantieri

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