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Corner Three #13: Top e Flop della settimana NBA

Dopo la sosta per l’All-Star Game torna il recap della settimana. E tra prestazioni monstre e sconfitte inaspettate c’è tanto di cui parlare. Cerchiamo di mettere ordine. Corner Three, tre momenti top e altrettanti flop dagli ultimi sette giorni.

 

Top

Ja Morant e la marcia degli Orsi

La narrativa dei possibili MVP della lega cambia come il vento. A seconda della settimana, sembra sedersi al tavolo del papabile miglior giocatore un nome diverso, una storia differente. Indubbiamente però, quella di Ja Morant è una candidatura sempre più plausibile.

La guardia dei Memphis Grizzlies continua la sua marcia verso il vertice della Western Conference, e lo fa in grande stile: 52 punti rifilati a degli impotenti Spurs (record di franchigia), dopo gli altrettanto notevoli 46 nel match contro i Bulls. Una settimana corta, quella iniziata dopo la gara delle Stelle, che lo vede firmare medie di 39.3 punti, 6.3 rimbalzi e 3.0 assist a partita.

I Grizzlies assediano oramai la seconda piazza occupata ad oggi da Golden State, in vantaggio solamente di una partita intera. Sembra però che nulla possa ostacolare l’ascesa di Ja Morant e compagni. Nemmeno un pauroso infortunio di gioco accorso alla stella durante la sfida con Minnesota. Per conferma, chiedere a sua figlia Kaari.

 

Mason “The Magician” Plumlee

Monodimensionale, soprappagato e a spesse volte nella parte sbagliata dei poster. Ma sarà vero? Nel dubbio, Mason Plumlee è un giocatorino capace di tirar fuori dal cilindro giocate come questa.

 

Hart, Nance Jr. e la trade nella trade

A diversi giorni dalla trade deadline, la fisionomia delle trenta franchigie NBA è decisamente cambiata. Tra gli scambi più rumorosi della finestra di mercato c’è stato senza dubbio il passaggio di CJ McCollum da Portland a New Orleans. Nel pacchetto erano interessati anche l’esterno Larry Nance Jr. e la guardia Josh Hart, che hanno dovuto cambiare casacca. E, conseguentemente, dimora. Da qui, l’intuizione:

“Sapevo non ci saremmo incrociati. Ma in fin dei conti, io ho una casa a Portland e lui ne ha una qui. Quindi abbiamo deciso di fare a cambio. Ha reso tutto facile e veloce e il nostro rapporto di certo non cambierà”

Giocatoti NBA, amici di lunga data e, a quanto pare, ottimi agenti immobiliari.

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Pubblicato da
Gabriele Gramantieri

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