Non si può parlare certo di fulmine a ciel sereno perchè i Dallas Mavericks sono sotto indagine da ormai qualche anno. Tuttavia, la notizia della denuncia depositata da Donnie Nelson nei confronti della sua ex squadra agita oltremodo le acque. Dopo una separazione – quella estiva – che sembrava nient’altro che la naturale conclusione di un rapporto professionale duraturo e proficuo, le parti sono arrivate allo scontro.
L’addio di Nelson ai Mavericks: scorie e veleni
L’ex dirigente, secondo quanto riportato da ESPN riconduce il suo allontanamento a una vendetta da parte di Cuban, sentitosi attaccato dopo le accuse di molestie avanzate dallo stesso Nelson contro il suo braccio destro, Jason Lutin, ancora nell’organigramma Mavs. I fatti contestati coinvolgono nello specifico il nipote di Nelson e risalgono all’All-Star Weekend 2020 tenutosi a Chicago. In quell’occasione, secondo la deposizione, Lutin aveva chiamato il ragazzo nella sua camera d’albergo con una scusa e aveva mantenuto da lì in avanti atteggiamenti molesti. Nella denuncia emerge un dettaglio che, se confermato, certo non agevolerebbe la posizione di Cuban: il magnate avrebbe infatti offerto 52 milioni di dollari in cambio del silenzio sulle accuse e la garanzia, da parte del dirigente, di ritiro della richiesta di licenziamento illegittimo.
La risposta di Dallas
La risposta della squadra sul tema è arrivata tempestivamente con una presa di posizione chiara:
“Le accuse mosse contro Jason Lutin sono state approfondite con prontezza da investigatori esterni. La NBA è stata subito informata. Ciò che viene contestato è stato dichiarato frutto d’invenzione e pertanto la questione si è risolta. Il signor Nelson non ha collaborato con gli inquirenti e le sue accuse circa un licenziamento per ripicca sono prive di fondamento. La denuncia […] presentata è piena di menzogne. Il signor Nelson, al pari della NBA, è pienamente consapevole delle ragioni dell’nterruzione del rapporto al termine della stagione 2020-2021. I Mavs hanno sempre preferito mantenere confidenziali le azioni inappropriate di Donnie Nelson che hanno portato a questo.”
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