Nelle 30 partite di stagione regolare finora giocate da Klay Thompson, il suo impatto negli ultimi minuti di gioco è stato abbastanza inconsistente. Comprensibile, dato che la guardia dei Golden State Warriors non scendeva in campo da due anni. Per questo coach Steve Kerr ha difeso Thompson e le sue scelte riguardo la gestione del giocatore in un’intervista con The Athletic.
Steve Kerr parla di Klay Thompson
Steve Kerr, intervistato da Tim Kawakami, ha così affermato che allenare non è solo schemi, ma trovare le soluzioni giuste, e l’obiettivo è farlo anche con Klay Thompson:
“Le star devono fare le star, e Klay è una star. Il mio lavoro è aiutarlo a giocare al massimo livello possibile. Non lo metterò in panchina. Sarebbe da idioti. Chiunque abbia detto che sarebbe meglio levarlo dal quintetto nel finale chiaramente non capisce cosa significa allenare. Allenare non significa ‘Disegno quest’ottimo schema per Klay Thompson’. Allenare consiste nel comunicare con i propri giocatori ogni giorno ,aumentare l’autostima, trattandoli con rispetto e collaborando con loro. Se andassi da Klay Thompson a dirgli ‘Oh sì, non giocherai più nel quintetto finale’. State scherzando? Ma di cosa diavolo stiamo parlando?
Suona bene sulla carta se è in difficoltà e… tutti hanno una soluzione. Ma questi ragazzi sono umani e non sono dei robot. Quindi, il credere nei miei giocatori è una parte importante del mio modo di allenare, e starò con Klay in ogni caso.”
Con Steph Curry momentaneamente fuori dai giochi, e con Draymond Green che ha saltato molte partite, le redini della squadra nei momenti chiave sono state prese da Andrew Wiggins, Jordan Poole e Jonathan Kuminga. Nonostante i giovani siano riusciti a ritagliarsi un ruolo di rilievo, Steve Kerr ha decisamente rigettato l’idea di mettere da parte Klay Thompson nei momenti cruciali.
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