La battaglia no-vax di Kyrie Irving
Già ai nastri di partenza della regular season appena conclusa, la situazione di Kyrie Irving appariva quantomeno nebulosa. Le sue posizioni convintamente no-vax non lasciavano ben sperare, viste le leggi dello stato di New York che obbliga(va)no alla vaccinazione i lavoratori per poter entrare, per l’appunto, nel luogo di lavoro.
Tra le tante voci, a farla da padrone è quella del GM Sean Marks, che annuncia ufficialmente l’esclusione di Kyrie Irving da tutte le attività di squadra, fino a che quest’ultimo non fosse ritornato eleggibile per tutte le partite, sia in casa che in trasferta. La soluzione a metà, ossia quella di giocare solo le gare in trasferta negli stati in cui la vaccinazione non è obbligatoria, appare ingiusta anche alla stessa franchigia.
Per rimediare ad una complicatissima situazione contagi, che nel mese di gennaio ha letteralmente decimato i Nets, la squadra decide però di reintegrare Kyrie, almeno per le gare in trasferta. Un riavvicinamento parziale fino a qualche settimana fa, quando il sindaco di New York Adams ha rimosso ufficialmente l’obbligo vaccinale per gli atleti, permettendo il reintegro completo di Kyrie Irving in squadra.