Kyrie Irving, che si voglia o meno, è stato uno degli attori principali del titolo più rocambolesco di sempre: quello vinto dai Cleveland Cavaliers nel 2016, grazie alla rimonta disperata sui Golden State Warriors. Nella franchigia dell’Ohio, il sette volte All-Star ha giocato sei anni e per almeno tre di questi ha avuto una squadra fortissima. Ed è per questo che, forse, quei Cavaliers avrebbero potuto fare di più.
Irving ammette le sue colpe
L’attuale point guard dei Brooklyn Nets è tornata recentemente sul primo capitolo di NBA a Cleveland. Kyrie Irving si è preso le responsabilità di un percorso che, con una maturità diversa da parte sua, sarebbe potuto andare diversamente:
“Se avessi avuto la stessa maturità in cui mi trovo ora e nella stessa comprensione di me stesso, avremmo sicuramente, sicuramente vinto molti più titoli.”
Come raccontato al podcast I am Athlete, una delle maggiori difficoltà è stata la – mancata – confessione delle sue emozioni a LeBron James:
“Non sapevo come condividere le mie emozioni. Non sapevo come farlo. E anziché condividere, mi sono isolato.”
Proprio questo aspetto, proprio con James, è quello che Irving rimpiange di più:
“Sarebbe stato buono per la comprensione di ciò che il futuro avrebbe riservato per entrambi. Sappiamo quanto potere abbiamo avuto insieme. Lui e io, nella lega, trascinando Cleveland e poi essere in grado di mettere insieme una squadra sempre più forte ogni singolo anno: ne sarebbe sicuramente valsa la pena.”
Nel 2017 Irving fu spedito a Boston, dove non sembra aver lasciato il segno ed esser rimasto nei ricordi dei tifosi. Parlare con LeBron James avrebbe potuto cambiare il corso della sua carriera.
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