La conferenza stampa di Steve Kerr prima di Gara 4 tra i Dallas Mavericks e i Golden State Warriors ha toccato tutto fuorché la palla canestro. Troppo shoccante la notizia della sparatoria consumatasi in una scuola elementare del Texas, a poche centinaia di miglia dall’arena dei Mavs. Steph Curry ha ribadito gli stessi concetti condivisi dal proprio head coach di fronte ai microfoni:
“Non posso nemmeno immaginare l’enorme dolore che ha provato il coach nel dire ciò che ha detto. Ogni sua parola è piena di significato, di valore. Come lui voglio usare la mia posizione come piattaforma dalla quale poter dire la mia per provare a cambiare le cose. Si è visto come la notizia lo ha scosso, da come ha reagito alla cosa e da ciò che ha avuto il coraggio di dire
Io ho dei figli, che ogni giorno vanno a scuola. Come genitore non puoi che starci male per quello che è successo e per ciò che stanno passando quelle famiglie”
Lo sgomento di Steph Curry è lo sgomento di un intero Paese
Malauguratamente, la sparatoria nella scuola elementare di Uvalde è solo l’ultimo episodio di una serie di scelleratezze dovute alla gestione alquanto approssimativa rispetto all’accessibilità di armi da fuoco. Steve Kerr in conference non si è risparmiato e ha fatto nomi e cognomi dei senatori che da anni si rifiutano di votare per una legge che gestisca il controllo delle armi.
Steph Curry ha apprezzato la leadership del suo allenatore ed è riuscito a scendere in campo nonostante l’inquieto stato d’animo.
“Nella vita, c’è bisogno di equilibrio. Certo in situazioni come queste è complicato, ma alla fine scendere in campo è quello che facciamo”