Golden State non si è lasciata sfuggire il primo match point casalingo per tornare alle NBA Finals a tre anni dall’ultima volta. Diventano così la quarta squadra nella storia della lega capace di inanellare 6 partecipazioni alle Finals nell’arco di 8 anni. Steph Curry ha vinto il trofeo di MVP della serie istituito di recente è dedicato a Magic Johnson.
Warriors alle NBA Finals: l’orgoglio di Steve Kerr
La soddisfazione emerge chiaramente dalle parole di coach Steve Kerr:
“È incedibile visto quant’è difficile arrivarci. Passare 82 partite di partire e poi vincere tre round di Playoff battendo le migliori squadre nella lega è una maratona estenuante, emozionante, piena di stress, fisicamente stancante. Per il nostro nucleo storico, Dray [Draymond Green], Steph [Curry], Loon [Looney] e Andre [Iguodala] non riesco nemmeno a esprimere a parole cosa significhi farne parte per la sesta volta in otto anni. Ci vogliono determinazione, lavoro e abilità enormi. Non potrei essere più orgoglioso dei ragazzi.”
Un plauso particolare agli Splash Brother, che con Green formano lo zoccolo duro della squadra:
”Sono un trio unico per come si completano, sono giocatori così diversi. Draymond è un po’ la nostra point forward, il miglior difensore nella lega, il nostro leader emotivo. Steph e Klay si erano già affermati come eccezionale backcourt dal punto di vista del tiro, ma hanno avuto bisogno l’uno dell’altro sin dall’inizio, Klay prendeva in carico alcuni degli accoppiamenti difensivi più difficili per consentire a Steph di concentrarsi sull’altra metà campo. È bellissimo vedere come loro tre muovono la palla assieme, con passaggi e tagli [a canestro].”
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