Erano tanti i giocatori Celtics ad avere un conto in sospeso con le Conference Finals ma forse nessuno più di Al Horford aspettava di assaporare l’atto conclusivo della stagione NBA. Lo dicono i numeri, d’altronde: prima di stanotte il veterano di Boston deteneva il poco invidiabile record di partite Playoff disputate senza mai aver raggiunto le NBA Finals.
Quella striscia si è ora finalmente interrotta. A partita finita si vede Horford in ginocchio battere pugni sul parquet, un’immagine che riassume tutti i sacrifici di una carriera. Ecco le sue dichiarazioni in conferenza stampa accanto a Jaylen Brown:
“Non sapevo che fare, ero entusiasta. C’è tanto lavoro dietro [questo traguardo]. Ho fatto parte di molte grandi squadre e sono davvero orgoglioso di questa squadra. Ho visto i ragazzi entrare nella lega e crescere con passi da gigante. […] Coach Udoka era stato molto chiaro circa quella che avrebbe dovuto essere l’identità della squadra. Ci è voluto un po’, ma una volta raggiunta siamo diventati più costanti. Questo viaggio non è facile: Brooklyn, i campioni in carica di Milwaukee, Miami, che ci ha portato al limite. A febbraio avevo cominciato a notare un click nelle dinamiche di squadra. La gente diceva che stavamo vincendo contro squadre con assenti, infortunati e io rispondevo ‘Non importa, vedo qualcosa di diverso nel nostro modo di giocare.”
Horford ha poi raccontato il tiro contestato a Jimmy Butler in difesa. Un canestro avrebbe portato avanti a sorpresa Miami dopo un parziale di 11-0. Ecco le dichiarazioni del numero 42 Celtics:
“Dava l’impressione di voler tirare ma dovevo restare composto. […] È stato snervante, ha preso un buon tiro e sarebbe potuto succedere di tutto. Fortunatamente ho contestato la conclusione a sufficienza, ha sbagliato e poi abbiamo controllato il rimbalzo.”
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