Squadra: Auburn Tigers (Freshman)
Ruolo: Forward
2021-22 Stats
Pts |
TotRebs |
DefRebs |
OffRebs |
Asts |
16.9 |
7.4 |
6.5 |
0.9 |
2.0 |
Stls |
Blks |
FG% |
3pts FG% |
Ft% |
1.1 |
1.0 |
42.9 |
42.0 |
79.9 |
2021-22 Advanced
Ast% |
Reb% |
Off Reb%|Def Reb% |
TO% |
14.0 |
13.6 |
3.5 | 23.5 |
11.1 |
Usg% |
Blk% |
eFG% |
TS% |
27.6 |
3.8 |
52.1 |
57.0 |
Figlio d’arte, Jabari Smith Jr. spera di riuscire a ritagliarsi in NBA uno spazio maggiore rispetto a quello riservato al padre, che fu 45ª scelta assoluta al Draft 2000. Alle quattro stagioni nella lega, tra Sacramento, Philadelphia e New Jersey, Smith Sr. alternò infatti brevi parentesi oltreoceano, delineando per sé una carriera da journeyman tra Spagna, Turchia, Iran e Porto Rico. Nel 2008 soggiornò qualche mese a Shenzen con la famiglia al seguito e in quell’occasione il secondogenito, di cinque anni appena, si imbatté per caso in John Calipari, all’epoca allenatore dei Memphis Tigers. Nessuno dei due poteva ancora saperlo, ma dopo quel primo incontro fortuito avrebbero avuto modo di incrociare di nuovo le loro strade circa un decennio più tardi.
La stagione da freshman di Jabari Smith Jr. a Sandy Creek high-school coincise con l’arrivo di coach Jon-Michael Nickerson, già allenatore a livello collegiale, e negli anni la crescita del ragazzo dal punto di vista tecnico è stata notevole. Una maturazione costante certificata dai numeri – 23.4 punti, 9.5 rimbalzi, 3.2 rubate, 2.5 stoppate di media nel suo senior year. Alle cifre di tutto rispetto sono seguiti premi come il Georgia’s Gatorade Player of the Year e le convocazioni a McDonald’s All American Game, Nike Hoop Summit e Jordan Brand Classic. Tra le tappe del percorso pre-college, da sottolineare anche il debutto in campo internazionale con la rappresentativa statunitense Under 16 per il FIBA Americas Championships nel 2019. Jabari Smith Jr. chiuse la manifestazione con la medaglia d’oro al collo e uno score di spessore nelle sette partite disputate: 13.8 punti, 6.2 rimbalzi e il 54.7% al tiro in 18’ di impiego a gara.
Prospetto cinque stelle in uscita dalla high-school, Jabari Smith Jr. fu conteso da alcuni programmi NCAA di primo piano: in definitiva scelse Auburn per restare vicino a casa e competere così nella Southeastern Conference come il padre, prodotto di Louisiana State University.
Gli è bastato poco per imporsi: SEC Freshman of The Year, Smith Jr. è stato l’unico tra i giocatori al primo anno a far registrare almeno 500 punti, 200 rimbalzi e 60 triple segnate in stagione. La partita contro Vanderbilt nel mese di febbraio ne ha messo in luce le doti all-around: sette canestri da tre su 10 tentativi e 31 punti a referto. Presentatisi alla March Madness 2022 con la testa di serie numero 2 nel tabellone Midwest, il seed più alto al torneo NCAA per Auburn dal 1999, i Tigers sono stati eliminati da Miami al secondo turno, dopo la vittoria al debutto contro Jacksonville.
Punti di forza
L’esempio vicino legato alla carriera del padre, nel bene e nel male, funge da sorta di salvagente per Jabari Smith Jr. e può aiutarlo nell’ approccio al mondo professionistico, così complesso e sfaccettato. Il contesto in cui è cresciuto ne ha plasmato l’attitudine al lavoro, a cominiciare dall’affinamento dei fondamentali. Dall’arrivo ad Auburn ha aggiunto qualche chilo al frame fisico già estremamente interessante. Sul piano tecnico ciò che stupisce, alla luce soprattutto dei quasi 210 cm di altezza, è la pulizia della meccanica di tiro, anche partendo dal palleggio: la continuità di movimento tra il punto di rilascio e il follow through è rimarchevole e contribuisce a un jumper davvero fluido ed efficace.
Tuttavia, la maggior parte del suo attacco si è sviluppato in ricezione dagli scarichi (24.3% dei suoi possessi offensivi per Synergy) ed è un’opzione da pick n pop di assoluto livello. La sua zona calda? Il ‘gomito’ sul lato destro del campo. Balza all’occhio inoltre il 42% da tre punti registrato in stagione a fronte degli oltre cinque tentativi di media a partita.
In difesa, elemento distintivo dei Tigers di coach Bruce Pearl, Smith Jr. può contare su un’ottima mobilità laterale e reattività, qualità che lo rendono pedina da switch 1-5 sul perimetro. Abbinate a capacità di lettura già più che discrete, tali caratteristiche gli consentono di reagire con ottimi tempi per preparare eventuali recuperi in closeout. Sarebbe forse limitante ipotizzare per lui un ruolo da 3&D, ma è il giocatore stesso a ritenere “sottovalutate” le proprie qualità difensive.
Punti deboli
In campo aperto, per ovvie ragioni, non ha lo stesso cambio di passo di altri pari ruolo e deve compensare migliorando le letture soprattutto se la difesa avversaria decidesse di mettere pressione già ben prima dell’arco dei tre punti.
Detto delle sue potenzialità dalla media-lunga distanza, le percentuali vanno comunque migliorate nel complesso. Si destreggia piuttosto bene sia con la mano destra che con la più debole sinistra ma almeno agli inizi, complice un ball-handling da perfezionare, potrebbe soffrire sopratutto la mancanza di stazza nonostante un’esplosività più che discreta. Per i motivi appena esposti, la decisione con cui sente e assorbe il contatto con il corpo dell’avversario diretto dal post-up non si è per ora vista del tutto in penetrazione nei pressi del ferro, specie quando nel traffico con difese flottate sotto canestro.
Upside
Come ribadito anche in una recente intervista one on one con Shams Charania di The Athletic, il ragazzo preferisce puntare sulla versatilità e non intende definire per sé un ruolo preciso:
“Quando la gente mi chiede in che posizione gioco, rispondo che non lo so. Posso giocare da ‘2’, 3, in un quintetto ‘lungo’, da ‘5’ in uno small-ball.”
Il profilo intriga molto gli addetti ai lavori. In questi mesi è stato difficile affiancarlo a un giocatore in particolare: ricorda Brandon Ingram per struttura fisica, mostra lampi da Kevin Durant per la purezza del rilascio, si ispira a Jayson Tatum per il turnaround jumper marchio di fabbrica.
E poi c’è la difesa.
Se l’upside in senso positivo a oggi resta difficile da prevedere, alcuni GM hanno ipotizzato per lui un worst-case scenario da role player alla Rashard Lewis. Potrebbe andare peggio per un ragazzo che una ventina di giorni fa ha compiuto 19 anni. L’ultimo paragone potrebbe far piacere ai tifosi Magic, che sembrano peraltro la sua destinazione più probabile dopo l’esito della Draft Lottery.
Draft projection
Jabari Smith Jr. ha un tatuaggio sul petto che recita Forever humble, (“Per sempre umile”) ma nel gioco delle carte che precede il Draft non ha avuto paura di esporsi con le consuete frasi di circostanza. Cugino di Kwame Brown, bollato come bust dopo essere stato la prima scelta assoluta del Draft 2001, il ragazzo ha tutte le carte in regola per evitare la medesima spirale negativa al Draft 2022. Un suo eventuale approdo a Orlando sarebbe indicativo circa la volontà Magic di lasciar andare Mo Bamba, che proprio in estate sarà restricted free agent.