A fine novembre 2021 l’ormai rientrante Klay Thompson evocava con tono quasi profetico un bivio di fronte ai Golden State Warriors: ‘Titolo o fallimento’. Dal canto loro, a inizio gennaio i Boston Celtics latitavano all’undicesimo posto dell’Eastern Conference, a 9 partite e ½ di distanza dai Chicago Bulls. A giugno ritroviamo le due squadre protagoniste delle NBA Finals 2022: alla luce dei rispettivi percorsi Playoff, però, non si può dire che siano contendenti a sorpresa, anzi. Si ritrovano avversarie alle Finals dopo 58 anni: al posto di Bill Russell e Wilt Chamberlain, in copertina Jayson Tatum e Steph Curry. I presupposti per una serie intrigante ci sono tutti.
Precedenti stagionali
La solita, doverosa premessa, a costo di sembrare noiosi: due partite di regular season giocate a tre mesi di distanza l’una dall’altra, in un calendario come quello NBA, non possono essere un campione troppo rappresentativo dell’andamento della serie che ci apprestiamo a seguire. Ne diamo conto per dovere di cronaca consapevoli del contesto peculiare di ogni match. La prima sfida (17 dicembre), ad esempio, era parte di un ciclo di cinque trasferte ad Est per i californiani e veniva immediatamente dopo la partita del Madison Square Garden valsa a Curry il sorpasso su Ray Allen. Sopra anche di 20 nel corso del secondo periodo, Golden State si trovò a spuntarla in volata, con Boston a contatto sul -2 a 4″ poco più dal termine: decise la contesa il successivo 2-2 dalla lunetta di Damion Lee. Steph segnò 30 punti con 8-21 al tiro e fu aiutato da un Andrew Wiggins in grande spolvero (27 punti, 11-20 al tiro, 5-7 da tre e +13 di +/-). 400° successo da head coach per Steve Kerr. Oltre al lungodegente Klay Thompson, da segnalare diversi assenti per protocollo Covid in entrambi i roster: tra gli altri Jordan Poole, Al Horford e Grant Williams.
Nella gara disputata a marzo, che si ricorda più che altro per l’infortunio occorso a Steph Curry dopo un contatto di gioco con Marcus Smart, fu invece Boston a fare la voce grossa, chiudendo con un reboante +22 sul parquet del Chase Center. Thompson, Green e Curry condivisero appena 4′ sul parquet prima dell’uscita di quest’ultimo. Con il senno di poi, l’assenza del numero 30 ha permesso a Golden State di scoprire il jolly Jordan Poole, top scorer in quella circostanza con 29 punti a referto.
Ora si azzera tutto e tra poche ore anche il rumore di fondo del Media Day sarà alle spalle. Durante le conferenze stampa pre-Gara 1 qualche tema della serie è emerso come spunto interessante per provare a leggere la serie.
Chiavi tattiche/ Giocatori da seguire
La combinazione tra un attacco di flow e letture come quello Warriors e l’eccellente difesa di sistema dei Boston Celtics fa da preludio a quella che Ime Udoka ha definito tempesta perfetta in termini di abbinamenti per le due finaliste. In effetti ogni matchup, dal perimetro fin sotto i tabelloni, riserva duelli di sicuro interesse.
Sesta scelta al Draft NBA 2014, Marcus Smart è dall’inizio della sua carriera il difensore più ostico da mettere sulle tracce di Curry. Il dato numerico – 29% complessivo al tiro per Steph in carriera quando marcato dal fresco difensore dell’Anno NBA ndr.– trova conferma in alcune immagini.
Steve Kerr non ha risparmiato complimenti a Smart:
” Forza e capacità di anticipo rendono incredibili i suoi istinti nella metà campo difensiva. È un po’ come Draymond [Green] versione guardia. […] Può davvero marcare tutti i ruoli, da 1-5, nel gioco di oggi.”
L’adrenalina e la posta in palio potrebbero nascondere gli acciacchi fisici palesati nel round contro Miami dal giocatore di Boston, impaziente in vista del debutto: “Se sarò in campo, a prescindere dal dolore, non potrò permettere che ciò condizioni il mio gioco.”
Non esaustivo ma senza dubbio centrato il punto espresso da Draymond Green su alcuni fattori che potrebbero orientare la serie, tra cui le palle perse. Di fronte infatti c’è una squadra che in transizione raccoglie punti con costanza (secondo dato in assoluto nei Playoff).
L’importanza di Andrew Wiggins per la difesa perimetrale di Golden State, sottolineata da Kerr quale turning point tattico del nuovo gruppo Warriors, sarà misurata al cospetto di Jayson Tatum. L’ex prima scelta assoluta di alternerà in marcatura sul #0 Celtics probabilmente assieme a Klay Thompson, come già accaduto, per forza di cose, nei due confronti di stagione. Boston proverà a forzare il cambio mismatch a lei più favorevole puntando Jordan Poole come anello debole della difesa avversaria.
Vista la tendenza nella shot selection dei due attacchi – 51.6% dei tiri tentati sono arrivati dall’arco dei tre punti nella serie di regular ndr. – il trend dall’arco, segnerà un inevitabile divario. Giocatori capaci di entrare in the zone e cavalcare una striscia positiva non mancano di certo.
Chiudiamo con un dato curioso e per certi versi sorprendente: nell’era Kerr, a partire dunque dalla stagione NBA 2014-15, i Boston Celtics sono l’unica squadra forte di un record positivo negli scontri diretti con gli Warriors. In 16 partite il margine di punteggio complessivo risulta favorevole ai biancoverdi (+63).
Pronostico
Nonostante le franchigie siano sul podio per numero di partecipazioni complessive alle NBA Finals, il differenziale di esperienza a questi livelli per i due roster attuali è evidente: 123 presenze cumulate alle finali per i giocatori di Golden State, 0 per Boston, che ha un debuttante anche in panchina. Proprio Udoka, in caso di vittoria, potrebbe eguagliare Kerr diventando uno dei sei allenatori capaci di vincere alla prima stagione il titolo NBA. Golden State non ha ancora perso in casa nei Playoff (9-0) e più in generale ha vinto le ultime 13 partite d’apertura di una serie Playoff con fattore campo. Nella serie contro gli Heat i Celtics si sono imposti per ben tre volte sul campo avversario. Comunque vada a finire, ora che è riuscita ad approdare all’atto conclusivo della stagione, l’augurio per Boston è quello di poter aprire un ciclo di successo sulle orme degli Warriors. Jeremy Lin, almeno, la pensa così. Robert Williams in dubbio per Gara 1, Payton II in rampa di lancio.
NBA Finals, Golden State Warriors (3) vs. Boston Celtics (2): gli orari italiani della serie
Gara 1: notte italiana tra giovedì 2 e venerdì 3 giugno, ore 3:00 | Boston @ Golden State
Gara 2: notte tra mercoledì 8 e giovedì 9 giugno, ore 3:00 | Boston @ Golden State
Gara 3: notte tra venerdì 10 e sabato 11 giugno, ore 3:00 | Golden State @ Boston
Gara 4: notte tra venerdì 10 e sabato 11 giugno, ore 3:00 | Golden State @ Boston
Gara 5: nella notte tra lunedì 13 e martedì 14 giugno, ore 3:00 | Boston @ Golden State (se necessario)
Gara 6: nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 giugno, ore 3:00 | Golden State @ Boston (se necessario)
Gara 7: nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 giugno, ore 3:00 | Boston @ Golden State (se necessario)