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Road to NBA Draft 2022: Paolo Banchero

Squadra: Duke Blue Devils (Freshman)

Ruolo: Forward

2021-22 Stats Per Game

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts
17.2 7.8 6.1 1.7 3.2
Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
1.1 0.9 47.8 33.8 72.9

2021-22 Advanced

Ast% Reb% OffReb%|DefReb% TO%
11.4 13.2 6.4 |19.2 17.5
Usg% Blk% eFG% TS%
27.5 2.7 52.0 55.7

 

Oltre a essere stato identificato unanimemente come la più grande speranza del basket italiano per gli anni a venire sin dal momento in cui ha dichiarato che avrebbe giocato con la nostra nazionale, Paolo Banchero è anche il giocatore NCAA al quale in Italia è stato il più grande risalto da tempo immemore, com’era ovvio che fosse.

Non capita d’altronde tutti i giorni che un giocatore potenzialmente eleggibile per la nostra nazionale ricopra il ruolo di contender per la prima scelta assoluta del Draft NBA e, al contempo, giochi per uno dei più prestigiosi atenei d’America, Duke, nel corso dell’ultima stagione da allenatore di un’assoluta leggenda della pallacanestro mondiale come coach Michael Krzyzewski.

In più, sono pervenute nel corso della sua unica stagione NCAA una serie di ulteriori notizie non proprio usuali sul suo conto: dapprima i suoi problemi con la giustizia e poi i suoi problemi di sudorazione, per i quali arrivava a perdere 3 kg di liquidi a partita, hanno fatto scalpore, gettando sul suo viaggio collegiale un alone di unicità.

Il campo, che pure ha avuto molto da dire è, dunque, passato quasi in secondo piano: gli alti e bassi fatti registrare durante l’annata, l’ultima sconfitta dell’era di coach K contro North Carolina in casa e la batosta nella finale del torneo ACC contro Virginia Tech, la cavalcata fino alle Final Four e l’eliminazione per mano degli storici rivali di UNC sono però tutte tappe di un’annata vissuta comunque sulla cresta dell’onda.

Un’annata agrodolce, dunque, conclusasi con una pioggia di premi individuali – Consensus All-American, miglior quintetto del torneo NCAA e del suo regional, miglior quintetto ACC tra i freshman e assoluto, freshman dell’anno della conference – ma senza nessun alloro di squadra.

Qualora non aveste visto l’ultima partita dell’era di coach K, oltre che l’ultima prova di Paolo Banchero, con Duke, potete recuperarla integralmente sul canale youtube della March Madness

Punti di forza

A rendere Paolo Banchero uno dei prospetti di punta di questo Draft c’è il suo mix incredibile di stazza, atletismo e skills.

Stiamo parlando di un’ala forte di 208 cm, oltre 110 kg e 213 cm di wingspan in grado di correre in campo aperto e giocare fronte a canestro con la palla in mano. Il tutto abbinato a una fluidità tecnica e una naturalezza nel gesto assolutamente al di fuori da ogni norma,

Nel corso del suo unico anno a Duke ha subito accentrato su di sé il ruolo di realizzatore primario e leader offensivo di uno dei migliori atenei della nazione (il suo 27.5% di Usage parla chiaro a riguardo), mettendo subito in mostra una capacità di costruirsi il tiro dal palleggio, soprattutto dal palleggio, da esterno purissimo.

A differenza di una guardia pura, però, Banchero dispone anche della fisicità necessaria ad assorbire ogni genere di contatto, a consolidare i vantaggi creati mediante delle virate e dei centimetri per tirare sulla testa di avversari di ogni dimensione. Ad esempio, il suo palleggio-arresto-tiro dal gomito partendo da situazioni di pick-and-pop sembra poter essere già un’arma affilatissima a livello NBA.

Ma non è finita qui: a rendere così pericoloso il suo arsenale offensivo ci sono anche doti di playmaking al di sopra della media, sia dovendo giocare l’alto-basso per un compagno dalla punta sia in situazioni di 1 contro 1 dinamico. Avendo realizzato nel corso della sua unica stagione a Duke 3.2 assist a partita e una ragguardevole assist percentage di 11.4, non si può di certo dire che Banchero non sappia come passare la palla ma – cosa ancor più intrigante – i suoi margini di miglioramento nel far uscire la palla dai raddoppi e nel leggere le difese sono a dir poco sconfinati.

Giusto qualche sprazzo delle sue doti da passatore

A tutto questo, va aggiunta anche una competitività fuori dal normale: nel corso della sua unica stagione collegiale Banchero ha più volte sottolineato come coach K gli abbia trasmesso la necessità di porsi come un giocatore forte sia dentro che fuori dal campo, nell’atteggiamento e nell’approccio.

Il futuro – si spera – lungo della nazionale sembra aver decisamente assorbito il concetto, visto che le sue prestazioni sono decisamente cresciute quando la partita lo richiedeva: che si trattasse dello scontro diretto con Chet Holmgren o della grandissima cavalcata dei suoi al torneo NCAA, Banchero ha sempre risposto presente. E questo è un aspetto che non può sfuggire ad alcuno scout NBA.

Punti deboli

Il profondissimo arsenale tecnico di cui Banchero dispone è, però, paradossalmente limitato da una serie di tare che dipendono dalla capacità di lettura del gioco da parte dello stesso.

Ad esempio, non è mai stata al di sopra di ogni sospetto la sua shot-selection, che talvolta ha mostrato qualche difetto logico di troppo che si è riverberato sulle sue percentuali complessive che non superano il 56% di True Shooting Percentage e il 52% negli effective Field Goals. Troppo poco per un giocatore che avrebbe potuto dominare la NCAA con molta più efficienza ma in realtà ha spesso mostrato una tendenza atavica ad andare fuori giri, forzando tiri a bassa percentuale o incappando in qualche palla persa di troppo (2.4 a sera).

Il tutto è, chiaramente, un risvolto deteriore del suo DNA tecnico da esterno puro ma sulla polizia del suo gioco occorrerà sicuramente lavorare con il coaching staff che lo prenderà in carico.

Come vedete, non manca grande autostima a Paolo Banchero: questo gli impedirà di limare i suoi difetti o sarà un propulsore per la sua crescita? Molto lo farà il punto di approdo a livello NBA

Come vedete, inoltre, finora non abbiamo minimamente accennato al suo gioco difensivo: questo perché, in relazione alle sue sconfinate potenzialità, Banchero non dispone di un affidabile gioco difensivo.

Spesso è distratto, si lascia battere facilmente e non occupa con efficacia le zone di campo di sua competenza, preferendo cercare di risultare massimamente efficace con una giocata rischiosa: a riprova di questo ci sono le cifre risibili nelle stoppate (0.9 a partita) e quelle leggermente migliori nei recuperi (1.1.). Eppure la mobilità laterale, le mani rapide, le braccia lunghe e l’atletismo per essere un fattore anche nella sua metà campo difensiva non mancherebbero di certo: al momento del Banchero difensore si può dire solo che al suo sconfinato potenziale ma dalla scarsa attenzione.

Upside

Il talento di questo ragazzo gli fornisce un ceiling NBA davvero molto alto, che fa sognare gli appassionati di pallacanestro del nostro paese che sognano di vedere, per la prima volta nella nostra storia, un All-Star vestire i panni di leader tecnico della nazionale italiana.

Il fatto che con le sue doti troverà di certo un approdo sicuro in NBA e potrà ben presto segnalarsi come uno dei giocatori dalle statistiche grezze più sostanziose del lotto, anche nell’immediato, non assicura però in nessun modo che il suo sviluppo possa compiersi a dovere. Fondamentale sarà, per lui più come per praticamente tutti i prospetti di questa Draft Class, il punto di approdo: il rischio che il fit tecnico con Houston o Sacramento – due delle squadre che potrebbero servirsi della loro pick per chiamarlo – non sia tra i migliori è, invero, piuttosto alto. A lui, come a tutti coloro i quali hanno a cuore il suo destino, non resta che sperare di capitare nel miglior ambiente possibile per raggiungere con compiutezza il best-case scenario che, nel suo caso, è di assoluto interesse.

Dopo un torneo NCAA del genere, sognare è lecito per Paolo Banchero

Draft projection

Stando a quasi tutti gli addetti ai lavori, Paolo Banchero dovrebbe essere certo di una pick tra le prime tre. A meno che qualcuno non si innamori perdutamente di Jaden Ivey o Shaedon Sharpe, lasciandolo scivolare la massimo fino alla quinta pick assoluta.

Uno scenario, questo, troppo difficile da ipotizzare al momento anche considerando che gli Houston Rockets, che detengono la terza scelta assoluta, hanno rinunciato a prendere un big man generazionale come Evan Mobley lo scorso anno e difficilmente, quindi, quest’anno rinunceranno a uno dei tre prospetti principali di questa Draft Class. Vederlo salire fino alla prima scelta assoluta, invece, al momento è uno scenario possibile ma non così probabile.

Ad ogni modo statene certi: Paolo Banchero sarà la pick italiana più alta in NBA sin dai tempi di Andrea Bargnani, prima scelta assoluta dei Toronto Raptors nel lontano 2006.

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Pubblicato da
Jacopo Gramegna

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