Road To Draft

Road to NBA Draft 2022: Jaden Ivey

Squadra: Purdue Boilermakers (Sophomore)

Ruolo: Guard

2021-22 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts
14.9 4.3 3.5 0.7 2.6
Stls Blks FG%  3pts FG% Ft%
0.8 0.6 440 32.2 73.9

2021-22 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% |DefReb% TO%
18.4 13.4 3.1 | 8.8 13.6
Usg% Blk% eFG% TS%
28.1 2.5 50.7 55.2

 

Nonostante sia il punto di partenza di una carriera tra i pro, per Jaden Ivey l’ingresso da Early Entrant al Draft NBA 2022 rappresenta anche la chiusura di un cerchio. I genitori vivono o hanno vissuto di sport: il padre, Javin Hunter, venne scelto dai Baltimore Ravens – due mesi dopo la nascita del figlio – al sesto giro del Draft NFL 2002. Wide receiver di buone prospettive in uscita da Notre Dame, Hunter vide la sua parabola spegnersi piuttosto rapidamente causa infortuni. L’inclinazione di Jaden verso la pallacanestro definita nella stagione da freshman all’high-school si deve tuttavia a mamma Niele, di cui peraltro porta il cognome.

Dopo aver completato il percorso collegiale a Notre Dame, impreziosito da un titolo NCAA e dall’onorificenza di All-American, la madre passò al professionismo in WNBA con le Indiana Fever, che per lei spesero da 17ª scelta assoluta al Draft 2001. La giovane donna rimase incinta nella stagione da rookie e – sola – condivise la condizione di maternità con altre tre compagne di squadra. A cinque stagioni d’alto livello, con tappe anche a Detroit e Phoenix, seguì il passaggio in panchina a Xavier University. Fece poi ritorno alla sua alma mater da assistente di Muffet McGraw, cui subentrò nel ruolo di head coach il 22 aprile 2020. In questo contesto, tra un palleggio e l’altro, la passione di Jaden non poté che crescere:

“[Mamma] era sempre in palestra, ed ero lì anch’io . Il nostro rapporto è incredibile. […] Non c’è una volta che tra noi non si parli di pallacanestro.”

Il processo di recruiting nel passaggio da high-school a college si rivelò senza dubbio delicato, ma la madre seppe guidarlo mantenendo la dovuta discrezione. Fu sufficiente il primo passo in avanti di Purdue per sgomberare il campo da incertezze: il programma di coach Matt Painter offrì una borsa di studio al ragazzo, ancora sedicenne, durante l’Élite camp estivo 2018. Ivey sfruttò la possibilità concessa dal regolamento NCAA per prendere confidenza con l’ambiente fin dall’anno junior ed effettuò due visite ufficiali alle strutture universitarie a qualche mese di distanza. L’inserimento di Butler e Notre Dame, nonostante il legame affettivo particolare con quest’ultima realtà, fu tardivo. Ivey aveva spiegato così la scelta definitiva:

“È stata dura rifiutare Notre Dame, è una famiglia e vado in palestra quasi tutti i giorni, ma sono stato qui tutta la vita e da nessun’altra parte. […] Penso di poter crescere […]. Dall’inizio Purdue si è distinta tra tutti quelli che mi hanno cercato. Adoro l’entusiasmo di coach Painter per il mio arrivo .”

Nel primo anno a West Lafayette chiuse in doppia cifra 14 delle gare giocate arrivando a ritoccare il massimo stagionale proprio in occasione della sconfitta che sancì l’eliminazione di Purdue dal torneo NCAA. I 26 punti a referto contro North Texas rappresentano tuttora la seconda miglior performance per un debuttante Big Ten alla March Madness. Incluso nella formazione All-Freshman della stagione, Ivey diede seguito alle fatiche anche in estate rispondendo alla convocazione dell’U19 statunitense per la rassegna iridata di categoria in Lettonia. Grazie ai suoi 16 punti, Team USA si impose in finale sulla Francia di Victor Wembanyama, talento che ritroveremo nella Road to del futuro. Dopo la prima affermazione in campo internazionale la sua crescita è proseguita da sophomore, quando a cifre in netto miglioramento si sono aggiunti highlight di tutto rispetto: in questa stagione ha pareggiato ad esempio il record di squadra per triple segnate senza errori (6 bersagli contro Butler) e regalato ai Boilermakers la vittoria allo scadere contro Ohio State. Il percorso al torneo NCAA si è interrotto prematuramente, per mano della Cinderella St. Peter’s. Tuttavia, qualche giorno più tardi Ivey si è potuto consolare con la nomina a consensus All-American. Il si è dichiarato eleggibile per il Draft NBA.

 

Punti forti e punti deboli

È sufficiente osservare gli scatti fotografici  dal primo giorno di allenamento a Purdue per rendersi conto di quale sia il vero punto di forza di Jaden Ivey: l’espressione quasi incredula del compagno Trevion Williams, a sua volta invitato alla Draft Combine 2022, dice più tanti numeri. Accelerazioni e cambi di ritmo, grazie a un primo passo bruciante, chiamano l’attenzione degli scout.

 

 

 

Tale esplosività – lo si ripete spesso quando si ha a che fare con prospetti attesi al salto NBA – potrebbe rivelarsi croce e delizia se non adeguatamente incanalata. La capacità di finire al ferro è però  notevole (65.5%, dati Hoop-math.com) e Ivey ha mostrato di saper alternare  soluzioni personali a penetra-e scarica sul perimetro.

Per un giocatore dall’atletismo così dirompente risulta cruciale riuscire a chiamare su di sé i falli della difesa avversaria e il dato di Ivey va tenuto in considerazione: la percentuale di liberi tentati sul totale delle conclusioni dal campo è del 46.9%, mentre l’efficacia in lunetta avvicina il 75%.  Sempre a proposito di cifre, non va sottovalutato il sensibile miglioramento da tre punti – 64 bersagli su 179 tentativi rispetto al 25-97 dell’annata freshman ndr. Più che discreto da portatore di palla nel  pick n roll, Ivey si disimpegna con mestiere anche in ruoli off-the-ball e il suo costante movimento ne fa un potenziale ricevitore privilegiato in situazioni di taglio.

Il fatto che Purdue si sia affermata come secondo miglior attacco NCAA del 2021-2022 non ha impedito ad Ivey di mettersi in luce anche nella propria metà campo. L’effort difensivo generale e le qualità di cui sopra  gli consentono di stare sul pezzo e recuperare la posizione, quando colto di sorpresa, con uno sprint.

 

 

 

I punti interrogativi principali, frutto di un limite in parte già esposto, riguardano l’autocontrollo e la lettura di ritmi e momenti della gara in senso lato. La sua grande attività su entrambi i lati del campo lascia infatti l’impressione che sia sempre “a tutta”. Facendo tesoro dell’esperienza, nella stagione da rookie Ivey dovrà innanzitutto imparare a gestire tutte le marce del suo motore per prendere consapevolezza man mano e non finire troppo spesso fuori giri accumulando palle perse o inutili falli a carico per eccesso di foga. Per quanto riguarda la meccanica del tiro in sospensione, i progressi sono già evidenti. In penetrazione invece Ivey tende –complice un palleggio ‘alto’ e distante dal resto del corpo – ad esporre il pallone alle mani della difesa avversaria lasciandolo scoperto.

 

Upside

Per caratteristiche tecniche e struttura fisica Ivey si colloca attualmente a mezza via tra lo spot di guardia e quello di ala. Dribbliamo in qualche modo la difficoltà di trovare un metro di paragone calzante proponendo quest’interessante accostamento video con Ja Morant. Le somiglianze sono in effetti molteplici.

 

Mamma Niele – dettaglio non secondario – ha occupato un posto da assistente sulla panchina di Memphis nella bubble season NBA 2019-2020.

Draft projection

L’esito della Draft Lottery ha se possibile confuso ancor di più le già poco chiare acque attorno al suo nome. Detroit, scivolata un po’ a sorpresa oltre le prime quattro (aveva il 52% di possibilità di finire in Top 4), sembra essere l’opzione più probabile e il ceiling di Ivey è uno dei più elevati dell’intera class 2022. I Pistons hanno rivisto alcuni incarichi all’interno del front office ma davanti al talento del ventenne da Purdue sarà difficile restare indifferenti. Anche i Kings lo tengono d’occhio.

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Pubblicato da
Nicolò Basso

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