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Road to NBA Draft 2022: AJ Griffin

Squadra: Duke Blue Devils (Freshman)

Ruolo: Forward

2021-22 Stats Per Game

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts
10.4 3.9 3.1 0.8 1.0
Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
0.5 0.6 49.3 44.7 79.2

2021-22 Advanced

Ast% Reb% OffReb%| DefReb% TO%
7.0 9.1  3.9 |13.7 7.2
Usg% Blk% eFG% TS%
18.8 2.3 61.3 72.6

 

Figlio dell’ex giocatore NBA Adrian Griffin, AJ Griffin ha giocato il suo unico anno a Duke nel corso dell’ultima stagione da allenatore di un’assoluta leggenda della pallacanestro mondiale come coach Michael Krzyzewski, al fianco di uno dei prospetti più importanti della sua Draft Class  – Paolo Banchero – e all’interno di una rotazione che mandava ben cinque uomini in doppia cifra di media.

La stagione, come quella di Duke, infatti, è stata caratterizzata alti e bassi individuali e scandita da risultati roboanti come l’ultima sconfitta casalinga dell’era di coach K contro North Carolina, dal raggiungimento della finale del torneo ACC contro Virginia Tech, dalla cavalcata fino alle Final Four e dall’eliminazione proprio per mano di UNC.

A fine anno il suo palmarès conteneva solo l’inserimento nel miglior quintetto dei Freshman ACC: eppure, sin dall’inizio della March Madness, il suo è uno dei nomi in maggiore ascesa verso le parti alte della lottery.

Il motivo è molto chiaro e risiede in uno skillset assolutamente adatto alla NBA moderna.

L’ultima partita al Cameron Indoor Stadium di Coach K

Punti di forza

Cosa devi saper fare per ritagliarti il tuo spazio in un roster che oltre a te conta Banchero, Wendell Moore, Mark Williams e Trevor Keels? Devi saper giocare nello spazio e, soprattutto, saper tirare.

AJ Griffin, in questo, è davvero speciale: durante la sua unica stagione a Duke ha totalizzato un eccezionale 45% abbondante in Catch-and-shoot nel tiro pesante e un complessivo 44.7% nel tiro dall’arco a fronte di oltre 4 tentativi a sera che lasciano spazio a pochissimi dubbi: AJ Griffin è un tiratore abbondantemente sopra media.

Malgrado la sua meccanica non sia così ortodossa, vista la sua partenza sin troppo bassa, il rilascio è di livello indiscutibile. La sua ottima capacità di muoversi sul perimetro, effettuare relocation e mettersi in visione ha fatto il resto. Se non parliamo del miglior tiratore del Draft poco ci manca.

Come si diceva poc’anzi: 45.6% stagionale in catch-and-shoot, suddiviso come indicato nel tweet. Impressionante.

Oltre all’innata dote di tiro, però, Griffin ha mostrato anche degli intrigantissimi sprazzi di gioco 1 contro 1 fronte a canestro che hanno fatto inarcare più di un sopracciglio a livello NBA.
Step back, passi laterali, cambi di direzione e velocità, tiri dopo una virata e fade-away: l’arsenale del ragazzo nativo dello stato del New York è decisamente più vasto di quello di un normale tiratore.
Il 45% di tiri convertiti direttamente dal palleggio mostra una chiara possibilità di traslare e ampliare il tutto a livello NBA.

Una serie di soluzioni, anche in avvicinamento, da top 10 del prossimo Draft senza se e senza ma

A questo strabiliante talento offensivo, poi, va sommata un’ottima solidità difensiva nel gioco nei pressi del canestro: si parla di un difensore equilibrato e in grado di tenere il contatto, di non farsi spostare e di contestare il tiro soprattutto in situazione di isolamento e attacco statico. A questo ottimo basamento dovrà, però, come si vedrà, aggiungere ulteriori caratteristiche al fine di risultare un difensore pienamente efficiente a livello NBA.

Punti deboli

Nella difesa perimetrale, infatti, a volte sembra mancare di rapidità laterale per tenere il primo passo avversario, spesso si schianta contro i blocchi avversari e troppo spesso incorre in problemi di falli.

Inoltre, malgrado le buone dimensioni (198 cm di altezza per 210 cm di wingspan) non occupa con efficacia il campo e non ha un grande istinto per la palla recuperata o la deflection: solo 0.5 steal a gara a Duke, un numero decisamente troppo basso per uno specimen così funzionale al mondo NBA.

Per comprendere meglio l’approccio di un giocatore ai propri limiti, è sempre consigliabile porgere un orecchio alle sue dichiarazioni pubbliche

Anche in aiuto, le sue cifre sono del tutto migliorabili: solo 0.6 stoppate a partita con una block percentage del 2.3% sono cifre troppo povere per non rappresentare una red flag.

A volte manca completamente i tempi di aiuto, si lascia scorrere l’attaccante accanto, perde il contatto visivo con il proprio uomo lontano dalla palla e non comunica correttamente con i propri compagni.

Tutte pessime abitudini che, di certo, se non correttamente levigate possono diventare un pesante freno al suo sviluppo all’interno della NBA ma che, al momento, sembrano poter essere pienamente risolte con il giusto lavoro funzionale.

Upside

AJ Griffin ha tantissimo talento e non mancano certo di punti di appiglio per schierarlo presto in una rotazione NBA, sperando che il suo potenziale fiorisca.

I più maliziosi, talvolta, azzardano che il miglior giocatore in uscita da Duke possa in prospettiva diventare lui ma, chiaramente, si tratta più di una forzatura dovuta alla forza divisiva di Banchero come prospetto di punta che un’indicazione sulle scelte da effettuare in sede di Draft.

Tra la speranza e la realizzazione, però, passerà tutto mediante le ambizioni della franchigia dalla quale verrà draftata e il lavoro individuale che lui riuscirà a svolgere per limare i propri difetti che, al momento, sembrano poter essere derivanti più dalla giovane età, dalla poca esperienza e dallo scarso lavoro a lui dedicato in proporzione rispetto ad altri prospetti che a limiti congeniti nel suo patrimonio tecnico.

Una delle migliori partite collegiali di AJ Griffin

Draft projection

Visto il suo crescente credito presso gli scout NBA, non stupitevi di vederlo selezionato con una pick tra la 7 e la 14 del prossimo Draft, praticamente nella seconda metà della lottery.

Come per tutti i giocatori che non rientrano nella categoria delle “lock” in top 5, il suo destino verrà modulato in base ai soliti incastri a cui è soggetta la logica del Draft NBA ma un giocatore con le sue caratteristiche può di certo far gola a tantissimi: ai Portland Trailblazers, agli Spurs, ai Thunder e agli Hornets, ad esempio.

Vederlo scendere più in basso, oltre che improbabile, potrebbe essere un peccato capitale per numerose franchigie NBA, soprattutto all’interno di un Draft dai livelli assoluti tutt’altro che definiti come quello a cui ci stiamo approcciando.

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Pubblicato da
Jacopo Gramegna

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