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Road to NBA Draft 2022: TyTy Washington

Squadra: Kentucky Wildcats (Freshman)

Ruolo: Guard

2021-22 Stats Per Game

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts
12.5 3.5 2.8 0.7 3.9
Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
1.3 0.2 45.1 35.0 75.0

2020-21 Advanced

Ast% Reb% OffReb% | DefReb% DefReb%
22.7 6.8  2.6 |10.7 10.7
Usg% Blk% eFG% TS%
22.5 0.7 50.4 52.8

 

Ennesimo one-and-done in uscita da Kentucky, TyTy Washington è il nuovo, eccitante, talento allenato da coach Calipari pronto ad arrivare in NBA grazie a uno skillset offensivo profondo e moderno, che di certo può fare gola a tantissimi coaching staff.

Dopo essere stato la recluta numero 14 dell’RSCI Top 100 2021 e dopo una singola – agrodolce – stagione con Kentucky, eccolo dunque attentare alla lottery, con ottime possibilità di strappare una scelta alta nel prossimo Draft.

Malgrado, infatti, la sua unica annata NCAA si sia conclusa con l’upset dell’eliminazione da Saint Peter’s al primo turno del Torneo NCAA, per TyTy Washington l’esperienza NCAA ha comunque portato in dote l’inserimento nei quintetti All-SEC e All-Freshmen della stessa conference, a riprova del fatto che il suo impatto sia stato univocamente riconosciuto dagli addetti ai lavori.

TyTy Washington è stato in campo nella partita che ci ha consegnato il verdetto più sconvolgente di tutta la March Madness

Punti di forza

Ciò che rende TyTy Washington un prospetto da NBA è, senza alcun dubbio, il suo strabiliante talento offensivo.

Si tratta di una guardia dalle interessantissime capacità realizzative, soprattutto dal palleggio.

Grazie a un ball-handling sicuro, una fisicità solida e a una misteriosa capacità di trovare sempre l’equilibrio corretto, si tratta di uno dei migliori interpreti del palleggio-arresto-tiro che incrocerete in questa Draft Class: sia partendo palla in mano fronte a canestro che ricevendo in situazioni di hand-off, Washington riesce con continuità a costruirsi il tiro raccogliendo il pallone con fluidità, anche in spazi angusti.

Durante la sua unica stagione a Kentucky ha mostrato un’efficacia pressoché identica nel trovare questo genere di soluzioni attaccando sia verso destra che verso sinistra e, talvolta, mostrando una discreta propensione a trovare uno dei fondamentali dominanti della NBA contemporanea: lo step-back.

A intrigare ancor più del suo tiro è, però, il suo ottimo istinto nel playmaking, che lo ha portato a totalizzare 3.9 assist a gara con il 22.5% di assist percentage pur non trovandosi a svolgere primariamente il ruolo di costruttore di gioco per la sua Kentucky: pur dovendosi integrare con la principale fonte di gioco di coach Calipari, Sahvir Wheeler, TyTy Washington ha dimostrato di saper coinvolgere i propri compagni al meglio, oltre a essere stato il secondo miglior realizzatore della squadra.

Il tutto, con uno usage del tutto normale per un giocatore che ambisce a una pick in lottery: 22.5%,

In transizione, in the pocket, coinvolgendo il terzo uomo sul pick-and-roll: istinti di passaggio a dir poco totalizzante

La somma delle doti poc’anzi citate lo rende uno dei giocatori dotati del miglior midrange game dell’intero Draft: i suoi istinti come passato e il suo floater sono un’arma doppiamente pericolosa vista la sempre crescente necessità di rendere poco leggibili le intenzioni dell’attaccante che si ritrova a fronteggiare l’aiuto di un lungo. Affidare la palla a un esterno in grado indifferentemente di alzare un lob e di punire con un floater di livello non è mai una cattiva idea nella pallacanestro moderna.

Il mix di doti offensive di TyTy Washington non può che essere tenuto in considerazione dagli scout NBA.

Punti deboli

La prima caratteristica su cui andranno a operare il coaching staff NBA che prenderà in carico TyTy Washington è, senz’altro, la necessità di ampliare il suo range offensivo.

Seppur eccellente nei tiri in pull-up e nel midrange game, il prodotto di Kentucky dovrà necessariamente diventare un tiratore da tre più continuo e affidabile: il 35% fatto totalizzare su 3.3 tentativi dall’arco è un dato un po’ povero per un giocatore che dovrà trarre il meglio della propria carriera dalla sua efficienza perimetrale.

Inoltre, per un attaccante con le sue doti, di certo manca un po’ di esplosività.

Non è il più rapido o il più imprevedibile dei prospetti offensivi che troverete tra gli esterni all’interno di questa Draft Class: complice un’altezza e un primo passo non di elite per una lottery pick e qualche difficoltà nel creare separazione con il diretto avversario il suo abuso delle conclusioni dal palleggio si traduce in un numero troppo basso di tentativi al ferro.

Nel corso del suo unico anno a Kentucky, infatti, solo il 12.6% delle sue conclusioni arrivava nei pressi del canestro avversario, evidenziando una difficoltà piuttosto marcata nell’assorbire i contatti prolungati con i diretti avversari.

Gli stessi problemi si propagano, com’è ovvio che sia, anche alla metà campo difensiva, laddove soprattutto nei primi tempi le guardie NBA non dovrebbero avere grosse difficoltà a sovrastarlo fisicamente, a batterlo in rapidità e a superarlo con il ball-handling.

La rapidità mentale e di mano, però, non manca al ragazzo: le 1.3 palle rubate a gara dell’ultima stagione possono essere un buon basamento su cui cominciare a costruire una sua spendibilità difensiva che, al momento, potrebbe essere non così prossima.

Upside

Come spesso avviene con giocatori di questo tipo, valutarne l’upside senza considerare il punto di approdo è spesso un esercizio complesso. Ciò che appare certo è, però, che un giocatore con le sue doti e la sua versatilità nei due ruoli di guardia, avrà sempre diritto di cittadinanza nella NBA moderna.

I dubbi sulle sue possibilità di diventare una star sono quanto meno legittimi ma, allo stesso tempo è davvero difficile ipotizzare che non riesca a costruirsi quanto meno una duratura permanenza nella lega più competitiva al mondo grazie alle sue doti che non passano mai di moda. Al lavoro dei coaching staff l’ardua sentenza.

Draft projection

Al momento il borsino da Draft di TyTy Washington è ondivago ma, come spesso avviene in sede di combine, i giocatori in uscita da Kentucky sono sempre tra i favoriti per scalare posizioni e stupire: il motivo è molto semplice, spesso sotto la guida di coach Calipari si ritrovano a mostrare solo parte delle loro capacità e, pertanto, gli scout vengono rapiti da tutto ciò che è, invece, rimasto sommerso.

Per un giocatore con le sue doti potrebbe non essere questo il caso, ma non stupitevi di vederlo chiamato poco dopo la decima pick, magari dai Knicks alla ricerca di un esterno su cui costruire visto il fallimento di numerose loro scelte recenti, oppure dai Cleveland Cavaliers alla ricerca di un giocatore per sostituire la probabile partenza di Collin Sexton. Se, invece, le sue quotazioni non dovessero decollare e dovesse essere scelto a ridosso della 20esima pick o addirittura oltre, come il suo predecessore Tyrese Maxey potrebbero essere diversi i team NBA a rimpiangere la mancata chiamata.

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Pubblicato da
Jacopo Gramegna

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