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NBA Mock Draft 2022

La Road to Draft 2022 si è ormai conclusa ed è stata, di certo, tra le più seguite di sempre dal punto di vista dell’attenzione mediatica italiana.

Sin dalla fine della March Madness 2022, coincisa con l’addio a coach Mike Krzyzewski e il ritorno alla vittoria finale di Kansas, gli occhi sono stati immediatamente puntati sul borsino di scelta di Paolo Banchero, con un susseguirsi di report sulle dichiarazioni anonime di alcuni scout e dirigenti NBA che lo definivano “il prospetto più completo del Draft”.

Il prodotto di Duke è universalmente riconosciuto come grande speranza della Nazionale Italiana e seppur man mano abbia visto le sue possibilità di essere chiamato con la prima scelta assoluta, risulta comunque nel novero dei 3 prospetti di punta di questa edizione.

Inoltre, la possibilità di vedere chiamati – magari al secondo giro – altri talenti italiani come Matteo Spagnolo e Gabriele Procida, ha acceso ulteriormente i fari sul percorso di avvicinamento al Draft nella nostra nazione. A questo novero di giovani azzurri avrebbe potuto aggiungersi anche Leonardo Okeke, votato come miglior giovane dell’A2 dopo un’ottima stagione con Casale Monferrato, che però ha di recente ritirato il suo nome dalla lista degli eleggibili.

Una lista di eleggibili che, a partire da questa stagione e per gli anni a venire, promette di poter essere rivoluzionata a livello concettuale dal NIL (Name, Image and Likeness), che cambierà senza dubbio alcuno la geografia della distribuzione della ricchezza tra i giocatori collegiali, influenzandone pure le scelte in sede di Draft.

Ad esempio, infatti, il giocatore ritenuto universalmente più dominante nella scorsa stagione di college basketball, Oscar Tshiebwe, che in questo Draft avrebbe avuto chance di figurare al secondo giro, ha scelto di ritornare a Kentucky e sarà il primo giocatore milionario a calcare i parquet NCAA.

A livello di contesto globale, invece, urge ricordare come la prima scelta assoluta sia tornata dopo 18 anni nelle mani degli Orlando Magic e come i grandi sconfitti della lottery siano stati i Detroit Pistons, scivolati addirittura alla posizione 5 dell’annuale lista di scelta, mentre sembrano essere numerose le franchigie intenzionate a scambiare la propria scelta: i Sacramento Kings con la 4, i Portland Trail Blazers con la 7 e i Philadelphia 76ers con la 23 sembrano le squadre in assoluto più intenzionate a servirsi di questo Draft per servire i rispettivi obiettivi gestionali di franchigia.

Stesso discorso per gli Oklahoma City Thunder e i Dallas Mavericks, che hanno già scambiato le loro pick – rispettivamente 26 e 30, la terza scelta al primo giro in possesso dei Thunder – nelle trade che hanno coinvolto Christian Wood e JaMychal Green. E chissà che i Thunder non possano muoversi ancora per ottenere una ulteriore scelta tra le prime 7-8

Si ricorda, infine, che la classe sarà composta da sole 58 chiamate, avendo Miami Heat e Milwaukee Bucks perso i diritti di chiamata nel secondo giro a causa del tampering nella scorsa free agency.

Insomma, la prima Road to Draft del ritorno alla normalità post-pandemia è stata scandita da un buon numero di novità che rendono, come d’abitudine, l’appuntamento del Draft pieno di punti di interesse e particolarmente predisposto a fornirci gradite sorprese.

 

1) Orlando Magic – Jabari Smith Jr. – (PF, Oklahoma State, Freshman)

Dall’arrivo ad Auburn ha aggiunto qualche chilo al frame fisico già estremamente interessante.  Sul piano tecnico ciò che stupisce, alla luce soprattutto dei quasi 210 cm di altezza, è la pulizia della meccanica di tiro, anche partendo dal palleggio: la continuità di movimento tra il  punto di rilascio e il follow through è rimarchevole e contribuisce a un jumper davvero fluido ed efficace. In difesa può invece contare su un’ottima mobilità laterale e reattività, qualità che lo rendono pedina da switch 1-5 sul perimetro. Abbinate a capacità di lettura già più che discrete, tali caratteristiche gli consentono di reagire con ottimi tempi per preparare eventuali recuperi in closeout.

La probabile prima scelta assoluta ha un tatuaggio sul petto che recita Forever humble, (“Per sempre  umile”) ma nel gioco delle carte che precede il Draft non ha avuto paura di esporsi con le consuete frasi di circostanza. Cugino di Kwame Brown, bollato come bust dopo essere stato la prima scelta assoluta del Draft 2001, il ragazzo ha tutte le carte in regola per evitare la medesima spirale negativa al Draft 2022.

2) Oklahoma City Thunder – Chet Holmgren – (C, Gonzaga, Freshman)

Se nella metà campo difensiva l’ormai ex numero 34 degli Zags è classificabile come un’anomalia, nella metà campo offensiva, invece, stiamo parlando della nuova frontiera del concetto di unicorno, ormai abusato all’interno della NBA ma, nel suo caso, assolutamente calzante.

Pur essendo leggerissimo e sin troppo magro per un giocatore della sua stazza, Holmgren è infatti un’arma affilatissima in tutti i settori offensivi della pallacanestro moderna: se dovesse pienamente compiere la propria crescita anche tra i professionisti, stiamo parlando di un giocatore che rivoluziona il modo di difendere e che estremizza le caratteristiche “da unicorno” sempre più ricercate nella NBA.

Con le premesse fatte vedere a Gonzaga, Chet Holmgren potrebbe tranquillamente diventare un membro stabile dei quintetti All-NBA, soprattutto quelli difensivi. Il worst-case scenario è, invece, molto distante da queste ipotesi.

3) Houston Rockets – Paolo Banchero (PF, Duke, Freshman)

Oltre a essere stato identificato unanimemente come la più grande speranza del basket italiano per gli anni a venire sin dal momento in cui ha dichiarato che avrebbe giocato con la nostra nazionale, Paolo Banchero è anche il giocatore NCAA al quale in Italia è stato il più grande risalto da tempo immemore, com’era ovvio che fosse.

Stiamo parlando di un’ala forte di 208 cm, oltre 110 kg e 213 cm di wingspan in grado di correre in campo aperto e giocare fronte a canestro con la palla in mano. Il tutto abbinato a una fluidità tecnica e una naturalezza nel gesto assolutamente al di fuori da ogni norma: il talento di questo ragazzo gli fornisce un ceiling NBA davvero molto alto, che fa sognare gli appassionati di pallacanestro del nostro paese che sognano di vedere, per la prima volta nella nostra storia, un All-Star vestire i panni di leader tecnico della nazionale italiana.

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Pubblicato da
Jacopo Gramegna

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