I Los Angeles Lakers hanno tanti giocatori che diventeranno free agent giovedì sera, e tra questi c’è in particolare Malik Monk, una delle rare soddisfazioni della franchigia in questa stagione. Il classe 1998 esce da una annata molto buona e può chiaramente pretendere diversi milioni di dollari sul mercato NBA, lui che aveva firmato per Los Angeles lo scorso anno per il minimo salariale. Sarà dura per i Lakers tenerlo alla corte di LeBron James, ma Monk ha detto a The Athletic che è disposto a prendere meno soldi pur rimanere ai gialloviola.
“Potrebbero non essere in grado di pagarmi quanto voglio, ma rimanere qui ed essere molto più a mio agio come Laker che andare in qualsiasi altra squadra anche se mi pagheranno $ 5 milioni in più. In ogni caso, proverò a vedere quale squadra mi vorrà davvero.”
Mercato NBA, le opzioni sul tavolo di Monk
Il meglio che i Lakers possono offrirgli è la mid-level exception da circa 6.3 milioni di dollari, ma possiamo immaginare che il giocatore potrà richiedere la non-taxpayer mid-level exception da 10.1 milioni di dollari e/o un contratto più lungo. Al momento non è chiaro cosa vogliano offrire i californiani, ma senza dubbio vorrebbero tenerlo con sé. La scorsa estate la prima telefonata che ha ricevuto è stata quella dei Lakers con Rob Pelinka, Frank Vogel e persino LeBron James alla cornetta. Queste le parole del fratello e agente del giocatore:
“Gli è piaciuto stare ai Lakers. Vuole essere un Laker. Ma a questo punto aspettiamo di capire cosa succederà sul mercato dei free agent. Siamo persone molto leali. Siamo molto grati per l’opportunità che i Lakers gli han dato la scorsa stagione. E non prendiamo queste cose alla leggera”.
Tuttavia, una cosa è chiara: studierà tutte le sue opzioni, compresa quella di giocare in un’altra squadra se il ruolo disegnato per lui sarà interessante. Lasciare i Lakers potrebbe rivelarsi una decisione migliore a lungo termine.
“Valuterò sicuramente le cose. Non sai mai cosa accadrà. Potrebbe arrivare un’altra squadra e dirmi che forse avrò qualche minuto in più. Quindi una delle priorità è essere in grado di andare in campo e farlo alla mia maniera. Questa è la priorità più grande: una squadra che crederà in me e mi lascerà spazio per giocare.”
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