È di questa notte l’ultima notizia che sta scuotendo i media statunitensi, e non solo: la NBA sta indagando per possibile tampering e sottoscrizione non regolare di contratti ai danni dei Philadelphia 76ers e i nomi che circolano fanno già scalpore. Secondo Adrian Wojnarowski di ESPN, James Harden avrebbe rifiutato la sua player option da 47.7 milioni di dollari per accettare una riduzione dello stipendio e accordarsi con la squadra per un biennale da 68.6 milioni con una nuova player option per il secondo anno.
Ciò avrebbe dato a 76ers la flessibilità salariale per utilizzare la loro mid level exception a pieno per ingaggiare PJ Tucker e la loro bi-annual exception per firmare Danuel House. Il primo ha siglato un contratto triennale da 30 milioni, il secondo un biennale da 8.4 milioni.
Questi ultimi due nomi erano due ex compagni dello stesso Harden quando tutti e tre giocavano agli Houston Rockets alla cui presidenza delle basketball operation c’era Daryl Morey, ora proprio a Philadelphia.
Inoltre ESPN nella giornata di venerdì ha riferito che ci sono domande che coinvolgono Harden e i Sixers che hanno “un accordo di stretta di mano in atto su un contratto futuro”. Il giocatore ha dichiarato quanto segue:
“Prendere meno soldi quest’anno per ingaggiare tutti i giocatori di cui avevamo bisogno per aiutarci a competere ed essere l’ultima squadra [rimasta] in piedi è stato molto, molto importante per me. Volevo mostrare all’organizzazione, ai fan dei Sixers e a tutti gli altri che supportano ciò che stiamo cercando di realizzare.”
Una fonte anonima ha affermato che la squadra sta collaborando alle indagini. I movimenti illeciti sono costati cari a Chicago e Miami dopo che la NBA ha approvato sanzioni più rigide nel 2019. In quel caso ad entrambe le squadre è stata sottratta una scelta al Draft per gli accordi precoci che vedevano coinvolti Lonzo Ball e Kyle Lowry nell’estate 2021.
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