Pochi giorni fa la NBA aveva annunciato di aver aperto un’indagine sulla firma di James Harden con i Philadelphia 76ers: per la lega c’è il rischio di tampering e vuole assicurarsi che dietro la scelta di Harden di rinnovare con Philadelphia non ci sia un accordo per recuperare i soldi lasciati a disposizione della franchigia per prendere altri giocatori (P.J. Tucker e Danuel House). Tutte accuse smentite da coach Doc Rivers, il quale afferma che tutto è stato fatto legalmente.
Doc Rivers e le accuse di tampering: “Niente di irregolare”
Intervenuto al programma ESPN The VC Show, Doc Rivers ha parlato delle accuse di tampering che aleggiano intorno ai suoi 76ers per il rinnovo di James Harden: secondo la NBA c’è il rischio che il giocatore abbia un accordo con la franchigia per riprendersi i soldi ai quali ha, momentaneamente, rifiutato per permettere alla squadra di liberare altro spazio salariale. Tutte accuse false, come afferma il coach di Philly:
“Come vivo queste accuse? Beh, non lo faccio e basta, ma le gestisco perché non è vero. Onestamente, quando James ha firmato e ha rilasciato delle dichiarazioni, non sapevamo cosa avremmo fatto con i soldi che stavamo ricevendo. È un modo che ha funzionato per entrambi, sia per noi che per James: non c’era niente dietro, perché Daryl [Morey] non sapeva cosa avrebbe detto Harden, è un’operazione totalmente regolare. Il giorno prima della firma di Harden avevo parlato con Daryl per sapere degli sviluppi e mi ha detto: ‘Abbiamo ancora cinque ore’, questo significa che non aveva idea di cosa avesse in mente James”
I sospetti della lega sono nati dalle dichiarazioni di Harden post rinnovo, dove affermava:
“Ho parlato con Daryl, gli ho spiegato come potevamo migliorare e qual era il valore di mercato di alcuni giocatori. Ho detto a Daryl di migliorare il roster, di ingaggiare chi era necessario e di darmi tutto ciò che rimaneva. Questo perché il mio desiderio è vincere e voglio competere per un campionato, è l’unica cosa che conta per me in questo momento: sono disposto a prendere meno per metterci in condizione di farlo”
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