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NBA 2022-2023, Season Preview: i sottili equilibri dell’Atlantic Division

A circa un mese dalla prima palla a due della stagione NBA 2022-2023, non potevano mancare le Season Preview di NbaReligion.com, a partire dall’Atlantic Division.

La regular season che sta per partire si preannuncia infatti entusiasmante: è ormai finito il momento dei rumors di mercato e delle trade che hanno stravolto gli equilibri della lega. Per questo motivo non ci resta che andare a studiare insieme quali sono le prospettive e gli obiettivi delle squadre di ogni Division NBA.

I Boston Celtics sono arrivati alle Finals NBA lo scorso anno: riusciranno a confermarsi? Riusciranno i Philadelphia Sixers di Embiid, Harden e Harris ad arrivare almeno alle Finali di Conference, traguardo che manca dal lontano 2001? E ancora: come si adatterà Ben Simmons alla sua nuova franchigia, i Brooklyn Nets, dopo quasi un anno e mezzo lontano dai parquet di gioco?

Scopriamo la risposta a queste e altre domande nella prima Preview della stagione: benvenuti nei sottili equilibri dell’Atlantic Division.

 

Boston Celtics

I Boston Celtics sono probabilmente tra le squadre che più hanno sorpreso durante la scorsa stagione: se appena due anni fa avevano chiuso al settimo post a Est, accedendo ai Playoff solamente tramite il torneo Play-in l’anno scorso sono arrivati a giocarsi un Titolo NBA, venendo sconfitti in Gara 6 per mano dei Golden State Warriors poi campioni.

La mossa di Brad Stevens di vestire i panni di nuovo General Manager ha quindi dato i suoi frutti fin da subito: con Ime Udoka in veste di allenatore capo, Boston ha trovato la quadra nel corso della stagione, diventando una vera e propria contender. Viene dunque naturale chiedersi: riusciranno i Celtics a confermarsi sugli stessi livelli nella stagione 2022-2023?

L’ossatura del roster non è stata modificata più di tanto in questa free agency. Jayson Tatum è ormai assurto a simbolo della franchigia e uomo capace di trascinare i compagni nei momenti più difficili delle partite. Il numero 0 continuerà ad essere il primo terminale offensivo del team, aiutato in questo compito da Jaylen Brown. Brad Stevens è dunque andato a operare sul mercato dei free agent con l’obiettivo ben preciso di allungare il roster dove necessario, sopperendo a partenze più o meno inevitabili.

A partire da quella di Dennis Schroder dello scorso febbraio: il giocatore tedesco non ha soddisfatto appieno la dirigenza ed è stato spedito a Houston dopo solamente 6 mesi di permanenza a Boston, per allungare la rosa nel reparto lunghi e favorire il ritorno di Daniel Theis. Il centro è poi stato sacrificato per arrivare a Malcolm Brogdon.

L’ex Pacers è una scelta davvero intrigante per i Celtics: se sano, ha il potenziale per aggiungere ulteriore solidità difensiva, oltre che doti da playmaker e di agevolatore nelle rotazioni in attacco. È infatti vero che Brogdon ha la tendenza a saltare molte partite per infortunio (ne ha giocate una cinquantina in media durante la sua permanenza in Indiana), ma il suo ruolo potrebbe essere quello di un prezioso sesto uomo che entra dalla panchina. Lo stesso Brogdon ha menzionato di essere disposto a sacrificare qualcosa per puntare a vincere, e la squadra di Udoka sembra essere davvero profonda nel ruolo di guardia, con Marcus Smart che continuerà ad essere il play titolare come tutto lo scorso anno.

Qualche problema si è invece avuto nel ruolo di ala nel corso di questa offseason: il front office dei Celtics era infatti riuscito ad assicurarsi le prestazioni del nostro Danilo Gallinari, che però in amichevole con l’Italbasket si è rotto il legamento crociato sinistro. Anche se la sua assenza si farà sicuramente sentire, Boston si è messa subito all’opera per cercare un giocatore che lo potesse sostituire. Negli ultimi giorni il nome più chiacchierato è stato quello di Carmelo Anthony, ma l’opportunità di aggregarsi al training camp è alla fine stata data a Jake Layman, un giocatore da caratteristiche diverse rispetto a Danilo Gallinari (l’ex Wolves e Blazers ha tirato poco e male da dietro l’arco in carriera, con una percentuale di realizzazione del 30%): resta da vedere come si integrerà nelle rotazioni di Udoka.

Infine, il reparto lunghi non ha subito stravolgimenti, con Robert Williams che sarà chiamato a svolgere il ruolo di centro titolare anche per questa stagione. La sua crescita lo scorso anno è stata vistosa, portando a casa una doppia doppia di media ogni sera. Non è un centro “moderno”, nel senso che non tira da tre come invece fanno altri lunghi fanno, ma a questo sopperirà il veterano Al Horford quando gli darà il cambio, notoriamente pericoloso da dietro l’arco.

Insomma, alle porte della nuova stagione, i Boston Celtics proveranno l’ennesimo assalto al Titolo NBA, sfumato per un niente l’anno scorso. Il sistema di coach Udoka è ormai rodato, e il front office ha scelto di non contrastare il suo operato andando a limare qualche difetto all’interno della rosa e allungando le rotazioni dove necessario.

I Celtics sono una squadra di “giovani veterani” (l’unico rookie in rosa è JD Davidson, firmato con un two-way contract): nonostante la giovane età di molti dei suoi giocatori, Boston ha esperienza da vendere per provare a raggiungere nuovamente le Finals, posizionandosi tra le prime quattro ad Est e lottando per il titolo dell’Atlantic Division: ci riusciranno quest’anno?

 

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Pubblicato da
Andrea Capiluppi

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