La sospensione di Ime Udoka è il tema centrale in casa Boston Celtics a poche ore dal via ufficiale del training camp. Wyc Grousbeck e Brad Stevens, espressione di proprietà e dirigenza biancoverde, hanno parlato in conferenza stampa di una situazione in evoluzione.
Boston Celtics, fermezza nelle decisioni e unità dopo il caso Udoka
Alcune precisazioni offerte da Grousbeck, senza entrare nei dettagli privati della vicenda:
“La sospensione durerà una stagione, fino al 30 giugno. Più avanti stabiliremo il futuro di Ime con noi, una decisione in merito non è ancora stata presa. Sono preoccupato dall’impatto che tutto ciò potrà avere all’interno dell’organizzazione Celtics. Spero si possa voltare pagina e aprire un nuovo capitolo a questione risolta. […] Mi prendo la responsabilità della sanzione, che ritengo giustificata, appropriata. Come Celtics restiamo fermi rispetto a questa posizione.”
Composto e tirato in volto anche Brad Stevens, che non ha nascosto un certo disagio per la fuga di notizie e rumors:
“Non c’è molto da aggiungere. Nessuno può ovviamente controllare Twitter e la diffusione di ca**ate, ma come organizzazione abbiamo la responsabilità di sostenere ed essere accanto ai nostri dipendenti ora, molti di loro sono stati ingiustamente coinvolti . Saremo pronti per il via della stagione martedì, ma non posso ignorare la componente emotiva che permea il contesto.”
L’ex coach si è smarcato dall’ipotesi di un ritorno in panchina ad interim, soprattutto se i risultati non dovessero arrivare per i Celtics:
”Joe [Mazzulla] è la scelta migliore, di gran lunga. Quando succede una cosa del genere colpisce tutti, ma non abbiamo discusso della possibilità, assolutamente no.”
Alla puntualizzazione di Grousbeck, che ha parlato di breve confronto sul tema, Stevens ha risposto come segue:
“Ci sono molte ragioni e molti fattori per i quali io non vorrei davvero ricoprire il ruolo. Starò accanto a Joe senza pestargli i piedi per rispondere a suoi eventuali interrogativi. A volte c’è solo bisogno di questo.”
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