Charlotte Hornets
Un nucleo giovane e in ascesa, da blindare contrattualmente e che finalmente faceva ben sperare il patron Michael Jordan dopo anni di brutti risultati: Charlotte era praticamente sulla rampa di lancio e la stagione 2021-2022 aveva regalato buonissime sensazioni. D’un tratto, tutte cancellate: le speranze di crescita degli Charlotte Hornets hanno ricevuto una dura batosta durante questa offseason. La storia, bruttissima, riguarda Miles Bridges, protagonista di un’orribile vicenda di violenza domestica. Per il giocatore, in procinto di diventare free agent, si vociferava addirittura di offerte da 25$ milioni l’anno, segno della presa di coscienza da parte della franchigia (e di diverse altre squadre, pareccho interessate) della grande crescita sul campo del prodotto di Michigan State.
Bridges è però stato arrestato a fine giugno, denunciato dalla compagna e madre dei suoi due figli. Il giocatore sta affrontando il processo e, sebbene si dichiari innocente, rischia di dover scontare fino a 12 anni di prigione. Senza contare l’inevitabile squalifica che la NBA gli appiopperebbe per il coinvolgimento in questa tremenda storia e il fatto che Charlotte ha lasciato scadere la qualifying offer che avrebbe potuto offrirgli. Insomma, Bridges è stato scaricato da tutte le parti: l’intera carriera di uno dei prospetti più interessanti della lega sembrerebbe sull’orlo di terminare, solamente a 24 anni.
Impossibile parlare di Charlotte senza aver fatto questa doverosa premessa. Sì, perché Bridges, insieme a LaMelo Ball, costituiva il nucleo principale in termini di talento e leadership della squadra. Un nucleo capace di portare gli Hornets anche a giocarsi il Play-In nella scorsa annata, dopo una regular season conclusa con un dignitoso 43-39. L’avventura in post-season si era poi conclusa fin da subito, con una pesante sconfitta contro gli Hawks. Ma Charlotte aveva tutte le intenzioni di continuare a crescere.
Difficile dire che direzione potrebbe prendere ora la squadra, privata di uno dei suoi migliori giocatori. La free agency non ha portato in dote praticamente nulla. Per un Montrezl Harrell che va, è arrivato un LiAngelo Ball che poco o niente parrebbe c’entrare con la NBA. È quindi, invece, facile immaginare che a comandare la squadra sarà un altro Ball, quello decisamente più talentuoso. LaMelo ha dimostrato fulgenti lampi di classe nella campagna 21-22, meritandosi addirittura la chiamata per l’All Star Game. In un’annata che è destinata a non avere, giocoforza, grandi ambizioni in termini di risultati sportivi, LaMelo avrà tutto il tempo (e i palloni) a disposizione per continuare nel suo percorso di crescita.
D’altronde non è che gli Hornets abbiano altri a cui chiedere di vincere: Gordon Hayward è spesso acciaccato e con una stagione in più sulle spalle, mentre nel ruolo di centro titolare c’è il mitico Mason Plumlee, garanzia di non-voler-competere ad alti livelli. Charlotte ha aggiunto alla squadra Mark Williams, scelto alla 15, e Bryce McGowens, alla 40. Niente che possa far stropicciare gli occhi. A meno che PJ Washington e Jalen McDaniels esplodano improvvisamente come superstar, è facile immaginare una stagione improntata solo alla crescita dei giovani del roster, LaMelo su tutti.
Insomma, Charlotte non ha niente da chiedere. Chissà che il front-office, a stagione in corso, non decida di staccare la spina definitivamente a qualsiasi velleità di vittoria, per poter finire il più possibile in alto al Draft. D’altronde c’è un certo Victor Wembanyama da pescare.