Los Angeles Clippers
I Clippers vengono da un 2021-22 davvero complicato: con Kawhi Leonard fuori per l’intera stagione a causa della rottura del legamento crociato anteriore, e Paul George ridotto a solamente 30 partite per un infortunio al gomito, la squadra di Los Angeles non è riuscita ad andare oltre il torneo di Play-In. A poco sono servite infatti le mosse operate dalla dirigenza lo scorso febbraio, che hanno portato Norman Powell e Robert Covington alla coorte di coach Lue, in cambio di Eric Bledsoe, Justin Winslow e la matricola Keon Johnson.
Se non altro, proprio le aggiunte di Covington e Powell avevano portato solidità difensiva alla squadra, e Tyronn Lue si è potuto concentrare sulla creazione di una squadra competitiva dando spazio ai giocatori di ruolo, in attesa che le due Star recuperassero. L’obiettivo dichiarato di questa stagione è dunque quello di tenere in salute Leonard e George, e cercare l’assalto al primo Titolo NBA della loro storia.
Molte delle fortune dei Clippers passeranno dunque dalla forma fisica di Leonard. L’ex Spurs verrà centellinato dal proprio staff medico, visto anche il suo storico di infortuni: ha giocato più di 70 partite in stagione solamente due volte in oltre 10 anni di carriera, e non è mai arrivato oltre le 60 partite a stagione da 2018-19, anno del titolo con Toronto. È dunque molto probabile che anche durante questa regular season Leonard non giocherà tutte le partite in via precauzionale, per poi vedere maggiormente il campo ai Playoff, perché quando è sul parquet sa essere devastante: con i Clippers ha una media di 26 punti a partita con quasi il 50% dal campo e il 39% da tre punti, oltre a 6,8 rimbalzi, 5 assist e 1,7 palle rubate di media.
Lo stesso discorso vale per Paul George, che ha giocato meno del 60% delle partite totali da quando è a Los Angeles. Come accennato, anche la scorsa stagione è stata piuttosto turbolenta, ma nelle 31 partite giocate ha comunque segnato oltre 24 punti di media con 6,9 rimbalzi e 5,7 assist. Oltre a ciò, George è sempre stato un giocatore molto attento in difesa, con oltre 2 palle rubate a serata. L’obiettivo per questa stagione sarà quello di migliorare il suo 42,1% dal campo e le 4,1 palle perse della scorsa campagna.
Guardando invece ai movimenti di mercato, la dirigenza ha lasciato andare Isaiah Hartenstein, Rodney Hood e Jay Scrubb. Il primo, accasatosi ai New York Knicks sulla base di un accordo da 16 milioni di dollari in due anni, sarà probabilmente il giocatore più difficile da rimpiazzare, soprattutto per quanto riguarda il lato difensivo del campo. Al suo posto i Clippers hanno dunque puntato su Moses Brown, proveniente dai Cavaliers, e su Moussa Diabate al Draft, che probabilmente vedrà molto più parquet G League che NBA.
La forza dei Clippers, anche lo scorso anno, è però l’enorme flessibilità del proprio roster: non escludiamo dunque di vedere Nicolas Batum o Robert Covington con qualche minuto da centro. E un’altra importante mossa nell’off-season dei Clippers è stata la conferma di entrambi, e particolarmente nel caso di Covington la franchigia di Los Angeles potrà contare su maggiore solidità difensiva sul perimetro e una buona pericolosità da dietro l’arco dei tre punti.
Ma la mossa più importante è probabilmente stata quella che ha riguardato John Wall, approdato a Los Angeles con un accordo da due anni da 13 milioni di dollari. L’ex Washington è in cerca di conferme dopo stagioni davvero complicate, nel corso delle quali è rimasto ai margini della NBA a causa dei numerosi infortuni. Se sano, sarà sicuramente il play titolare della squadra, poiché capace di cambiare ritmo di gioco, di trovare l’uomo aperto e in generale di aiutare la squadra ad arrivare fino in fondo ai Playoff.
Per quanto riguarda gli altri giocatori a roster, Reggie Jackson sarà il primo back-up di John Wall in questa stagione, ma le sue capacità di segnare e di fornire assist saranno fondamentali per gestire la second unit dei Clippers. Second unit che vede anche Norman Powell e Luke Kennard, due specialisti dei tre punti, con il secondo che lo scorso anno ha segnato con un letale 44,9% da dietro l’arco.
Insomma, in conclusione i Clippers già la scorsa stagione hanno dimostrato di avere una profondità e una versatilità unica in tutta la lega, ma i numerosi fortuni più o meno gravi ne hanno minato ogni speranza di arrivare fino in fondo ai Playoff.
Quest’anno, con il ritorno di Leonard e una gestione davvero molto attenta delle sue due stelle, i Clippers possono fare il definitivo salto di qualità. Una stagione tranquilla e sana sia per George che per Leonard, insieme a un cast corale davvero di livello, potranno portare la squadra losangelina almeno alle Finali di Conference in un Ovest davvero molto affollato: da lì, l’obiettivo sarà provare a portare a casa il tanto agognato primo Titolo NBA nella storia della franchigia.