Secondo l’insider di ESPN Adrian Wojnarowski la NBA starebbe pensando di introdurre un “hard cap” nel prossimo contratto collettivo con la National Basketball Players Association, il sindacato dei giocatori NBA.
Ma cos’è un hard cap?
L’hard cap è essenzialmente un tetto salariale massimo per il monte ingaggi che una franchigia NBA non può superare in una stagione. Un hard cap può essere attivato in uno dei tre modi seguenti:
- Se una squadra utilizza la Non-Taxpayer Mid-Level Exception, non potrà superare il limite apron per il resto della stagione;
- Se una squadra utilizza la Bi-annual Exception, poi non potrà superare il limite apron per il resto della stagione;
- Una squadra non può ricevere un giocatore tramite sign & trade se l’ammontare dei salari della stessa sforerà il limite apron al termine dell’operazione.
La lega vorrebbe quindi aggiungere un tetto limite ai salari percepiti dai giocatori della NBA, a causa degli incrementi registrati negli ultimi anni.
Il sistema attuale della NBA crea una disparità tra le franchigie che spendono di più e quelle che invece non superano il tetto salariale. Rendendo le appartenenti al primo gruppo più competitive. Esempio lampante quello dei Golden State Warriors, Los Angeles Clippers e Brooklyn Nets che hanno accumulato sanzioni di luxury tax. Queste tre squadre hanno contribuito al 73% delle sanzioni nel 2021-2022. La discussione con la NBPA sarebbe già iniziata. Le parti sembrerebbero al momento molto distanti, complice una strenua resistenza da parte dello stesso sindacato, ma vogliono trovare un modo per accordarsi entro il 15 dicembre.
L’attuale CBA – Collective Bargaining Agreement (contratto collettivo tra le 30 franchigie NBA e la NBPA) – scadrà a fine stagione 2023-2024.
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