Primo Piano

NBA Rookie Ladder 2023 – Episodio 1

Dopo i primi 20 abbiamo dovuto iniziare a scavare per trovare e mettere in ordine altri 10 prospetti. Inizia la zona grigia della Rookie Ladder, quella dove troviamo giocatori che fra qualche anno potranno essere vere steal of the draft oppure non ricordarsi nemmeno di aver giocato in NBA.

 

21 Ousmane Dieng

Scelto piuttosto in alto dai Thunder (undicesima assoluta), per ora sta davvero faticando. Le ha giocate tutte tranne una, ma ha tirato con appena il 33% dal campo. Lo salva una buona presenza a rimbalzo e buone doti di playmaking (5 assist contro Milwaukee) per essere un’ala. D’altronde ci aspettavamo proprio questo in sede di Draft.

 

22. David Roddy

In Summer League ha dimostrato di avere i numeri (un ventello rifilato ai Nets) e in questo inizio di stagione è già andato in doppia cifra quattro volte. Gioca molto (quasi 20 minuti di media), ma tira malissimo. Se vuole scalare posizioni deve smetterla di tirare mattoni: esordio da 0/6, poi una prestazione da 0/5 e ancora uno 0/8 il 31 ottobre.

 

23. MarJon Beauchamp

Coraggiosa la scelta di passare per la G League anziché dai college lo scorso anno, dove ha tenuto ottime medie di 15.1 punti, 7.3 rimbalzi e 2.3 assist a partita. Deve aggiustare tantissimo il tiro da fuori (4/19) anche se qualche sprazzo di talento c’è: contro Minnesota sono arrivati 14 punti (6/10 dal campo) in 18 minuti. Peccato abbia seguito una prestazione da 1/9 la partita successiva. Incostante.

 

24. Dalen Terry

Nelle prime cinque partite della sua carriera NBA ha sbagliato tutti i tiri che ha preso (0/5). Contro Toronto a inizio novembre sono arrivati i suoi primi 4 punti con un perfetto 2/2 in 10 minuti sul parquet. Ha bisogno di continuità.

 

25. Patrick Baldwin Jr.

Pochissimo spazio finora: non aiuta essere approdato nella squadra campione in carica. Ha esordito il 30 ottobre contro Detroit, giocando ben 54 secondi. Pochi giorni dopo è tornato in campo per 4 minuti contro i Pelicans, prendendosi un tiro dal campo, sbagliandolo. Troppo in ombra, vedremo se il mese prossimo sarà ancora in questa classifica.

 

26. Malaki Branham

Le vicissitudini che hanno coinvolto Joshua Primo e i numerosi infortuni di quest’inizio di stagione Spurs hanno indirettamente inciso sul minutaggio di Branham, partito anche in quintetto contro i Clippers. In ogni caso è già stato protagonista di un paio di passaggi fugaci in G League, destino comune a gran parte dei giocatori in quest’ultima tornata di nomi. È salito oltre quota 10 per punti segnati nella partita contro Toronto (persa però di 43).

27. Peyton Watson

Ciclicamente dal sottobosco che è la lega di sviluppo emergono giocatori con rinnovate certezze. Peyton Watson ha intenzione di riconquistare la vetrina ottenuta con la 30° chiamata al Draft di giugno.

 

28. Kennedy Chandler

I quasi cinque milioni assicurati nel quadriennale firmato con i Grizzlies, la cifra più alta garantita tra le scelte al secondo giro del Draft, non possono essere un caso. Chandler coltiva da almeno un paio d’anni un rapporto di stima e amicizia con Ja Morant, che non gli ha risparmiato consigli nelle prime settimane di NBA. Rompere il ghiaccio in una partita persa di 41 non è esaltante ma l’ iniziale andirivieni dalla G League gioverà alla sua maturazione sotto tutti i punti di vista.

29. Johnny Davis

Top 10 nell’ordine di scelta del Draft 2022, Davis si scontra con una rotazione attrezzata specialmente nel backcourt. Escludendo l’infortunato Chet Holmgren, è il giocatore tra quelli ex Lottery ad aver raccolto meno minuti di tutti. Bradley Beal ha recentemente dichiarato di non ricordare una tale profondità di squadra nel ruolo di guardia dal suo approdo in NBA. Trovare spazio per Davis potrebbe essere complesso, ma ci auguriamo di (ri)trovarlo più in alto in classifica a stagione in corso.

30. Wendell Moore

Tutte le strade portano a Durham. Abbiamo aperto la classifica con un ex Blue Devils come Paolo Banchero, chiudiamo con Wendell Moore, già G League. Un’altra delle Draft pick eredità di coach K.

 

 

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Redazione NbaReligion

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