11. Shaedon Sharpe (↓ 5)
Nelle prime 15 partite del suo rookie year Sharpe era andato per nove volte in doppia cifra, raggiungendo quota 20 contro i Brooklyn Nets. Meno brillante da lì in avanti – 5.1 punti, con il 32.8% dal campo – scivola momentaneamente in classifica seguendo un po’ il trend di squadra (4-6 il record nell’arco di 10 gare).
12. Nikola Jovic (↑ 6)
Cogliere le opportunità che si presentano e mettersi in mostra è l’imperativo per qualsiasi rookie desideroso di emergere in NBA. Per una manciata di partite nella seconda metà di novembre Jovic si è fatto trovare pronto, a fronte di un report infortuni sempre più “severo” con gli Heat: 13 punti con 4-8 al tiro contro Toronto, 18 con nove liberi a bersaglio nella gara successiva, a Washington. Dopo averlo pronosticato fuori classifica, lo premiamo in quest’occasione, augurandoci che l’intermezzo G League non ci faccia ricredere.
13. AJ Griffin (↑ 1 )
Alla scorsa Rookie Ladder ci eravamo cestisticamente innamorati di AJ Griffin. E come molti innamorati abbiamo trascorso pomeriggi interi, serate insonni pensando alle sue giocate, chiedendoci se fosse una cotta oppure amore vero. Dopo il buzzer beater (all’ultimo secondo dell’overtime) che ha deciso la partita contro Chicago non abbiamo più dubbi:
La cosa assurda è che non è nemmeno il primo buzzer beater che Griffin mette a segno in questa stagione. Insomma, un secondo mese NBA da ricordare: dall’ultima Ladder è andato in doppia cifra in 9 partite sulle 16 giocate, segnandone 24 contro Denver. Da inizio dicembre si è addirittura guadagnato un posto nello starting five di coach McMillan, a scapito di DeAndre Hunter.
Lo troviamo a metà classifica per una prima metà di novembre un po’ sottotono (7,8 punti in 7 partite), ma è in costante ascesa dopo un inizio dicembre a 14,2 punti di media: lo attendiamo in Top-10 il prossimo mese dove il nostro amore per lui potrà sbocciare definitivamente.
14. Dyson Danels (↓ 1)
Non si muove più di tanto Dyson Daniels, che tutto sommato ha vissuto un buon novembre, favorito dagli infortuni di Brandon Ingram ed Herb Jones. Ha un buon apporto in attacco, e finalmente sta avendo un po’ di costanza nel minutaggio dall’ultima Rookie Ladder, dimostrando che quando è in serata è un giocatore a tutto tondo: contro Toronto ne ha segnati 14, portando a casa anche 8 rimbalzi e 9 assist.
Ma la cosa più interessante di questo ragazzo è la sua difesa: contro Phoenix ha limitato tantissimo il gioco offensivo di Devin Booker e Chris Paul, mentre contro Dallas è riuscito a opporre resistenza a uno scatenato Luka Doncic.
Tutte cose che hanno convinto coach Green a schierarlo nello starting five nelle ultime partite, in attesa del rientro di Lonzo Ball. Paga solamente in costanza: a buone prestazioni offensive alterna prestazioni dove non si prende molti tiri e rischi, ma sono elementi che sicuramente verranno fuori con l’esperienza.
15. Walker Kessler ( ↑ 2 )
Continua a raccogliere grandi numeri ed elogi, salendo di pari passo nella nostra graduatoria. Sottolineiamo soprattutto la doppia doppia da 20 punti e 11 rimbalzi contro i Pacers, poi replicata alla prima da titolare nella sfida agli Warriors campioni in carica.
Tornato per la prima volta a Salt Lake City da avversario Rudy Gobert ha sottolineato compiaciuto le performance dell’ex Auburn ai microfoni di Tim MacMahon di ESPN:
Lo adoro, ho sentito dire grandi cose sul suo conto. Qualcuno mi ha anche detto che prima di entrare nella lega ha visto molti dei mei video e lo trovo divertente. Sono felice che stia giocando così [bene]. Ha davanti un futuro radioso, gli auguro il meglio.”
Riprendiamo il filone Block That, Walker Kessler ricordando che la matricola dei Jazz occupa attualmente il 7° posto nella NBA per stoppate di media (1.8).
16. Christian Koloko (↓ 1 )
Alcune curiosità su Christian Koloko che ci erano colpevolmente sfuggite lo scorso mese:
- è cresciuto giocando a calcio;
- come Joel Embiid e Pascal Siakam, ha iniziato a giocare a basket solamente da teenager;
- con Siakam condivide la stessa città di nascita, Douala, in Camerun.
Probabilmente Koloko non avrà mai lo stesso upside da All-Star dei due connazionali, ma il lungo dei Raptors sembra avere ancora ampi margini di crescita. Dunque un novembre senza infamia e senza lode per lui: non si fa notare troppo, non segna tanto, ma è l’unico giocatore dei Raptors ad aver disputato tutte le partite da inizio stagione. E se guardiamo ai suoi numeri difensivi capiamo perché: sui 36 minuti ha una media di 7,5 rimbalzi e 2,8 stoppate a serata, oro colato per un giocatore scelto con la trentatreesima chiamata assoluta.
17. MarJon Beauchamp (↑ 6)
Novembre un sacco altalenante per il nostro MarJon, che comunque scala diverse posizioni grazie a un paio di prestazioni convincenti. Inizia con una serata da 19 punti e 8 rimbalzi contro i Thunder, proseguendo una settimana dopo con 20 punti e 8 rimbalzi contro Atlanta. Poi da lì si perde, ma non troppo per colpa sua. I Bucks non sono una squadra che è disposta ad aspettare l’ultimo arrivato: si punta a vincere subito.
Dopo una prestazione da 1 su 8 dal campo contro i Cavaliers a metà novembre, coach Budenholzer gli concede sempre meno spazio, e Beauchamp finisce fuori dalle rotazioni. Tanto che dalla scorsa settimana è stato assegnato ai Wisconsin Herd di G League. Peccato, perché questo ragazzo sembra avere sprazzi di talento da realizzatore puro, e magari in una squadra meno ambiziosa avrebbe trovato maggiore spazio. Da tenere d’occhio, ma alla prossima Ladder probabilmente uscirà nuovamente dalla Top-20.
18. Caleb Houstan (↑1)
Nella batteria di talenti canadesi che ha affollato il Draft e questa classifica, Caleb Houstan si ritaglia una piccola nicchia come role player di sostanza. Jahmal Mosley esalta la sua attitudine “allenabile” e tanto basta per fargli fare un passetto avanti nel ranking. Nel suo ruolino di marcia spiccano i 12 punti con quattro triple a bersaglio su otto tentativi, pur nella sconfitta da -30 contro Philadelphia. Non è ancora un tiratore di volume, ma se dovesse confermare il 40% abbondante registato da oltre l’arco a novembre, potrebbe essere una piacevole sorpresa.
19. David Roddy (↑ 3)
Scala qualche posizione David Roddy, che nel primo mese tra i pro aveva dimostrato tanta voglia di segnare, ma percentuali davvero rivedibili. A novembre ha aggiustato la mira, tanto da arrivare a tirare con il 40% da tre punti. Gioca un sacco (non ha saltato nemmeno una partita da inizio stagione) con un buon minutaggio (20 minuti a partita), che per una ventitreesima scelta assoluta non è affatto male.
Cosa aspettarci allora in vista del nuovo anno? Una maggiore presenza a rimbalzo: 2,5 di media (oppure 4,9 proiettati su 36 minuti) sono pochini per uno che gioca ala.
20. Simone Fontecchio ( NE)
Vero, non è stato scelto al Draft, ma è a tutti gli effetti un rookie NBA. Fontecchio è la prima new entry della puntata, per la serie: “C’è un altro po’ d’Italia in questa classifica”. Il minutaggio del fresco ventisettenne da Pescara non è stabile e solo a inizio dicembre ha scollinato oltre i 20′ sul parquet, nella sfida contro i Jazz. Ciò detto, assieme ad AJ Griffin e Nembhard può vantare un game winner, in schiacciata, ciliegina sulla torta da 18 punti contro Golden State.