Come sappiamo, i Golden State Warriors hanno grossi, grossissimi problemi di luxury tax. Con la questione rinnovi portata avanti nelle scorse settimane, la franchigia californiana rischia di pagare mezzo miliardo di dollari per mantenere il roster intatto durante la prossima stagione. Ecco perché il front-office sarebbe già al lavoro per capire come poter diminuire l’impatto economico-finanziario, attraverso la riduzione della luxury tax. Tra i giocatori a rischio, quindi, sembra esserci Draymond Green. Il lungo è legato da una player option da circa 27 milioni per l’annata 2023-2024, poi sarà libero. E Golden State non sembra voler offrire una nuova estensione contrattuale, come confessato dallo stesso Draymond che – a questo punto – è pronto all’addio per procacciarsi un contratto migliore e di lunga durata:
“Molto sinceramente, i segnali sono chiari. Capisco come funziona il business. Tendiamo a pensare che ci sia dovuto qualcosa per quello che abbiamo raggiunto in passato, ma saresti un’idiota a pensarla in quella maniera. Finiresti per fallire, per uscirne col cuore spezzato, per esserne deluso. Al contrario dovresti dire: ‘Fammi imparare come funziona il business’. Se non sai come funziona, allora puoi essere preso alla sprovvista e dire ‘Oh, pensavo che sarei rimasto qui per sempre con tutto quello che ho fatto’. Io adorerei rimanere con gli Warriors per sempre, ma capisco come funziona la luxury tax e capisco che ci sono dei giovani che vanno pagati. Capisco tutto. Perciò è per questo che dico che i segnali sono chiari”.
Mercato NBA, Draymond Green racconta anche la rissa con Poole
Poi, il giocatore è tornato sulla famosa rissa in allenamento con Jordan Poole, che si era risolta con qualche giorno di sospensione dalla quadra:
“Quando è uscito il video di quanto successo l’ho guardato tutto il giorno e mi ha aiutato a farmi un’opinione su me stesso. Nel video però non si vede nulla di quanto successo prima, non c’è l’audio, è fatto apposta per farmi apparire come vuole che io appaia. Ho sbagliato a fare quello che ho fatto, ma la storia non è completa. Un giorno la racconterò tutta, ma adesso non è né il momento né il luogo. La cosa che mi importa di più è capire come aiutare la squadra a vincere. Ma c’è un tempo per tutto”.
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