Numero 1 del draft, Paolo Banchero è diventato il decimo giocatore nella storia a registrare almeno 25 punti, 5 rimbalzi e 5 assist nella sua prima partita NBA il 19 ottobre. L’italoamericano ha poi segnato almeno 20 punti in 15 delle sue prime 20 partite, diventando uno dei soli 12 rookie nella storia a farlo. Da allora, Banchero non ha certo tirato il freno a mano, anzi, in 41 partite l’ex Duke sta viaggiando con una media di 20.8 punti, 6.4 rimbalzi, 3.8 assist e 1 recupero a partita. È anche uno dei 2 rookie in questa stagione ad aver firmato diverse partite da 30 punti (4) e si colloca al primo posto per numero di partite da 20 punti (26).
Paolo sta stupendo tutti, così come i suoi compagni di squadra, a partire da Gary Harris:
“Non è un rookie normale. Non è affatto normale. Lui è affamato. Vuole eccellere. Vuole imparare. Vuole essere allenato. Prende tutto al volo e ha solo 20 anni, quindi è davvero speciale. A metà stagione, non ho mai visto nessuno giocare in NBA in quel modo, con tanta maturità e concentrazione. Lui è già speciale.”
NBA, il ‘rookie wall’ superato con successo da Banchero
Lo stesso Banchero si è poi imbattuto in un irrisorio “rookie wall” – momento all’interno della stagione in cui un esordiente dovrebbe trovare qualche difficoltà – superato egregiamente nel corso di dicembre, come ha confermato il classe 2002:
“Ne ho sentito parlare di questo rookie wall. Tutti quelli che mi davano consigli mi dicevano: ‘Preparati per il rookie wall. Andrai a sbattere contro il muro, devi essere preparato. […] Ci sono andato un po’ a sbattere, ma l’ho attraversato. Poco prima di gennaio, sentivo di essere fisicamente e mentalmente stanco. Ho avuto qualche partita difficile, ero lento e non mi sentivo esplosivo.”
Ma rapidamente è riuscito a risalire al livello che ha mostrato all’inizio della stagione. Banchero si colloca anche al 14° posto nella classifica dei giocatori che effettuano il maggior numero di tiri liberi in questa stagione, con 7.8 tentativi a partita (il totale più alto, per un rookie, dai tempi di Joel Embiid fermo a quota 7.9):
“I liberi? Sono un buon modo per vedere la palla entrare e prendere ritmo. E gli avversari vengono caricati di falli, il che li costringe a difendere su di te in modo diverso. Cerco sempre di attaccare il ferro in maniera aggressiva e cercare di ottenere il canestro o il fallo.”
Quindi, la chiosa di Wendell Carter Jr.:
“Sa come si gioca a pallacanestro. Siamo al meglio quando lui è aggressivo in campo. Lo sa. Capisce di avere molto peso sulle spalle come scelta n. 1 al draft, ma è un giocatore che riesce ad essere calmo in campo.”
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