Domenica notte Damian Lillard ha fatto la storia. La sua prestazione da 71 punti contro gli Houston Rockets (131-114), record personale e di franchigia, è diventata l’ottava più alta di sempre (insieme a quelle di Donovan Mitchell, Elgin Baylor e David Robinson).
Un motivo di grande orgoglio per il leader dei Portland Trail Blazers, che però dopo la partita ha avuto un “drug test”. Lillard ne ha parlato domenica, nel postpartita, dicendosi alquanto stupito.
“Sinceramente ho pensato: ‘Siete seri?’. Ho fatto i test delle urine ieri e ora mi prelevano il sangue? Per la prima volta in carriera? Non potevo crederci. Anche perché sanno bene che ho paura degli aghi. Ho molti tatuaggi, è vero… ma non è la stessa cosa.”
Secondo l’Anti-Drug Program, un giocatore può essere esaminato in ogni momento, senza alcun preavviso, se sospettato di aver usato sostanze stupefacenti. I controlli possono essere al massimo quattro, durante la stagione, e due, durante l’offseason.
Per quanto riguarda i prelievi di sangue, secondo la sezione 14, essi possono essere fatti due volte durante la stagione, e una volta durante l’offseason. Come nel caso di Lillard, il sangue del giocatore viene prelevato dopo aver giocato, se il giorno del controllo ha una partita.
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