Tristan Vukcevic, centro serbo nato a Siena l’11 marzo del 2003, ha letteralmente stregato gli scout NBA presenti alla Draft Combine 2023, vetrina privilegiata per tutti i prospetti dichiaratasi eleggibili in vista del Draft del prossimo 22 giugno.
Il centro di proprietà del Partizan Belgrado, che abbina i suoi 213 cm d’altezza ad una struttura fisica ancora tutta da irrobustire, ha impiegato solo venti minuti di shooting session per sbalordire i convenuti, dando prova di tutta la sua incredibile duttilità tecnica nel palleggio, nei movimenti di smarcamento e, soprattutto, nel tiro dalla lunga distanza.
Il minutaggio sporadico e le statistiche tutto sommato anonime collezionate nel corso della stagione tra Eurolega e Lega Adriatica (5.8 punti e 2.5 rimbalzi di media a partita con il 38% dalla lunga distanza), unite ad una dichiarazione di eleggibilità piuttosto attardata, devono aver probabilmente ingannato molti osservatori e analisti, giunti in sede di Combine (per loro stessa ammissione) con la superficiale convinzione di dover visionare un profilo da cinquantacinquesima scelta, forse da cinquantesima, ma certamente destinato ai ranghi inferiori del secondo giro.
Così non è stato, anche perché Vukcevic, nei 16 minuti giocati durante la partita di esibizione, ha fornito prove più che sufficienti del suo abbagliante talento, segnando 21 punti e dimostrando un bagaglio tecnico sostanzialmente sterminato.
Desta ancora qualche perplessità un’attitudine difensiva non proprio impeccabile, specie quando si tratta di difendere il ferro o di cambiare in situazione di emergenza su portatori di palla più rapidi. Nulla che, in definitiva, non si possa imparare, specie partendo da un talento congenito di quel nitore.
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