Road to NBA Draft 2023: Brandon Miller

Squadra: Alabama Crimson Tide

Ruolo: Forward

2022-23 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts
18.8 8.2 6.2 2.0 2.0
Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
0.9 0.9 43.0 38.4 85.9

2022-23 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% | DefReb% TO%
12.7 13.2 7.0| 18.6 11.9
Usg% Blk% eFG% TS%
26.2 2.3 53.3 58.3

 

Il terzo anno di coach Nate Oats sulla panchina di Alabama si era aperto con l’arrivo di Brandon Miller. Già Mc Donald’s All-American e prospetto cinque stelle in uscita dalla high-school stando ai ranking più importanti stilati dagli addetti ai lavori, il nativo di Antioch rappresentava la punta di diamante nel piano di recruting per il 2022 del programma collegiale. Il roster poteva già contare su nomi ben quotati come JD Davison o Charles Bediako: dopo due qualificazioni consecutive al torneo NCAA, la stagione appena conclusa doveva portare una svolta. È arrivato sì il titolo della South Eastern Conference, una delle più competitive dell’intera Division 1 (record 16-2), ma il seed #1 ha pesato sulle ambizioni dei Crimson Tide. Alabama si è fermata nuovamente alle Sweet 16, come un paio d’anni prima, stavolta contro San Diego State. Gli Aztecs, lo sapete, sono poi stati sconfitti nel Championship Game da UConn.

Miller non ha certo brillato nell’ultima uscita della sua carriera al college – 3-19 al tiro, 1-10 da oltre l’arco –, ma la stagione è stata comunque ricca di riconoscimenti. Prima di passare alla cronaca, ancora attuale, che circonda il suo nome, una rapida carrellata degli allori principali: SEC All Freshman Team  e All-Tournament Team;  SEC Tournament MVP; Newcomer of the Year e SEC Player of the Year secondo Associated Press, al pari di Anthony Davis nel 2011-2012; NABC Freshman of the Year e unico giocatore al primo anno inserito nel John Wooden All-American Team.

Come accennato sopra, però, non è tutto oro quel che luccica. Miller si è mosso in pubblico scortato da forze di sicurezza armata da marzo in avanti dopo essere stato testimone di un omicidio. Chiamato in causa per aver contribuito al passamano che ha procurato l’arma del delitto, è stato assolto da ogni accusa. Resta da vedere se e come questi strascichi giudiziari incideranno sulle sue quotazioni nell’avvicinamento al Draft. Il tema è ovviamente tornato attuale durante la Combine. A precisa domanda sul suo modo di porre la questione, Miller ha detto di aver appreso la lezione, consapevole che quella notte nefasta avrebbe potuto cambiare il corso della sua carriera in un attimo.

Limitiamoci in questa sede ad approfondire meglio il suo profilo dal punto di vista tecnico.

Brandon Miller: punti forti e punti deboli, come gioca

Ha un frame fisico ideale per il ruolo che gli permette spaziare con agio nello spot di ala, sia in attacco che in difesa, specialmente off-the-ball. Ha consolidato una meccanica di tiro che consente di passare con rapidità dalla  fase di raccolta del pallone a quella di rilascio. Queste caratteristiche lo rendono particolarmente pericoloso in situazioni di catch-and-shoot e in uscita dai blocchi o rimpiazzo. Fa valere infatti la grande reattività delle anche e mette a frutto un’eccellente mobilità laterale.

 

 

 

La pericolosità da oltre l’arco, da tradurre però con le distanze NBA, è senza dubbio l’highlight del suo profilo. Ha mandato in archivio l’unica stagione al college con il 40% da tre  e il volume di tentativi (7.6 a sera) fa capire che non si tratta di un dato sporadico.

Abbina ottimi istinti a rimbalzo con la propria velocità orizzontale e  copre il campo con buona padronanza in transizione o ruotando in marcatura sul perimetro.

 

La capacità di scoring è indubbia, le cifre lo confermano. Deve però lavorare sulla varietà di soluzioni, evitando di fare troppo affidamento sulla sua reach e altezza e creando maggiore separazione dall’ avversario diretto. Oltre l’80% delle triple risulta assistito e Miller non è altrettanto efficace dal mid-range (45% di realizzazione per le conclusioni tentate entro la linea dei tre punti). Scontato dire che deve aggiungere un po’ di massa per poter reggere meglio i contatti sui due lati del campo e chiudere con maggior convinzione al ferro. Ha discreti istinti da passatore, anche con la mano debole, che potrà senza dubbio affinare migliorando la media di due assist a gara tenuta in NCAA.

Upside

The Ringer cala l’asso e mette in ballo il nome di Paul George come modello di evoluzione auspicabile all’impianto di gioco di Brandon Miller. Guarda caso è anche il suo giocatore preferito per una serie infinita di ragioni. Le direttrici di sviluppo, comunque sia, appaiono chiare: ampliamento del bagaglio offensivo per affermarsi come realizzatore ‘tridimensionale’ e maggior capacità di coinvolgere i compagni, specialmente dal pick n roll come palleggiatore o playmaker secondario.

NBA Draft 2023 projection

Secondo quanto riferiscono da oltreoceano Miller non ha partecipato agli scrimmage in programma alla Draft Combine di Chicago. Non è una novità, anzi, ma in ogni caso registriamo alcune indicazioni interessanti sui desiderata dell’ex Alabama. Ad oggi abbiamo notizia di incontri con Bulls e Hornets. Proprio Charlotte, seconda nell’ordine di scelta dietro ai soli Spurs, raccoglie il favore di Brandon Miller:

 

“Mi vedo davvero a mio agio a Charlotte. Sapevo che avrebbero scelto alla due, ma ora come ora sto seguendo il percorso prendendomela con calma.” 

 

Il testa a testa con Scoot Henderson è da tempo la storyline da seguire. Alle spalle della prima scelta annunciata, che risponde al nome di Victor Wembanyama. Miller punta su diversi fattori per distinguersi dalla maggior parte dei prospetti:

“Dovessi dire una cosa che mi separa da qualsiasi altro giocatore citerei l’essere versatile. Vado molto fiero del lavoro in difesa. […]  Se i tiri non entrano, che puoi fare per aiutare la squadra a vincere? Credo di poter contribuire, da parte mia, buttandomi sulle palle vaganti, quelle 50 e 50, catturando rimbalzi, prendendo sfondamenti.”

Il suo profilo,  a 360°, ha destato impressioni contrastanti, ma a un mese dal Draft ogni saliscendi va messo in conto. Saremmo discretamente sorpresi nel vederlo scendere oltre la Top 3.

 

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Pubblicato da
Nicolò Basso

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