Le Finals non saranno una passeggiata. Lo ha dichiarato più volte Micheal Malone, coach dei Denver Nuggets, nella conferenza stampa di stasera. Nonostante la maggior parte degli opinionisti dia la squadra del Colorado come favoritissima, Malone non vuole che i suoi giocatori abbassino la guardia.
“Dimenticatevi del fatto che siano ottava testa di serie. Miami ha battuto 4-1 Milwaukee, la squadra con il miglior record NBA. Ha battuto 4-3 i Boston Celtics. Quando arrivi a questo punto, la stagione regolare non conta più. Stiamo provando a vincere l’NBA per la prima volta nella storia della franchigia. Sarà la sfida più difficile della nostra vita.”
Malone ha poi sottolineato due punti fondamentali per l’andamento della serie: il tiro da tre punti e le palle perse. Miami è prima sia per punti fatti dopo palle recuperate sia per percentuale dall’arco. Ma prima di tutto è Heat Culture, che è ormai sinonimo di Jimmy Butler.
“Ciò che distingue Jimmy da chiunque altro è il suo spirito competitivo. […] È un giocatore fatto per i grandi momenti: non ha paura, è duro, implacabile. È un guerriero. Dal play-in fino a oggi, nessuno è riuscito a fermarlo. Sarà compito di tutti e cinque i giocatori sul parquet cercare di rallentarlo. Saremo pronti.”
Il cinquantunenne si è poi soffermato su cosa significa secondo lui indossare la canotta dei Denver Nuggets, non trattenendo le ormai consuete parole al miele per la sua stella Nikola Jokic.
“Non si entra in NBA se non si ha talento. Si resta nella lega se si lavora su se stessi, si è motivati, ci si va ad allenare ogni giorno senza bisogno che l’allenatore lo dica. Solo chi è disposto a sacrificarsi può migliorare. Questo significa essere parte dei Denver Nuggets. Questi sono i giocatori che cerchiamo per la franchigia. Non esiste ‘io’, solo ‘noi’. L’esempio più grande di questo è Nikola Jokic, uno dei giocatori più altruisti che io abbia mai visto.”
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