L’autismo diagnosticato lo scorso anno al figlioletto Karter ha cambiato la vita a Tony Snell. Con la naturalezza frutto di un approccio maturo e consapevole al disturbo, Tony Snell ha parlato per la prima volta in un’intervista ai microfoni di Today, su NBC, della condizione condivisa con il primogenito.
Tony Snell racconta la diagnosi d’autismo
“Crescendo sono sempre stato indipendente e solo. Non riuscivo a legare umanamente con le persone. Ho pensato: ‘Se a lui è stato diagnosticato, penso di esserlo anch’io’. Non fui sorpreso, perché mi ero sempre sentito diverso. Ero semplicemente sollevato, questo sono io, la mia vita ha trovato senso. È stato come indossare occhiali 3D. Non ne sappiamo molto e penso che la gente abbia paura a parlarne apertamente. Se la diagnosi fosse arrivata prima, probabilmente non avrei giocato in NBA.”
Tra le tante iniziative di sensibilizzazione, segnaliamo la partecipazione di Tony Snell al progetto di Special Olympics.
“Voglio che mio figlio sappia che può contare su di me. Insieme faremo molte cose.”
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