Ormai lo sappiamo bene, Paolo Banchero ha detto no all’Italia del basket per essere un volto riconoscibile di Team USA. Scelta più che legittima per un giocatore nato e cresciuto negli Stati Uniti. Quello che ha fatto male alla FIP e ai tifosi italiani è stato però il suo silenzio di tomba durato per un anno intero, dopo aver flirtato con l’idea di poter vestire la canotta azzurra. In una intervista rilasciata a Sam Amick, a margine di un allenamento con la compagine americana, Banchero ha nuovamente motivato la scelta in questa maniera:
“Scegliere tra USA e Italia è stato un processo lungo, ma ho preso la mia decisione. Mia madre ha giocato per Team USA, perciò è sempre stato un mio sogno. Ho ringraziato per tutto quello che hanno fatto per me sin dai tempi del liceo, sia per l’aiuto che mi hanno dato nel prendere la cittadinanza sia per quello che mi hanno insegnato sul paese e sul passato della mia famiglia. Penso che ci sia rispetto da entrambe le parti: ho mandato loro un messaggio ringraziandoli ed esprimendo quanto significasse quello che hanno fatto per me. Perciò penso che sia comunque finita bene.”
Quindi, il ruolo di Grant Hill – GM di Team USA – secondo Paolo è stato fondamentale:
“Appena sono arrivato a scuola si è subito fatto avanti offrendosi per darmi aiuto in qualsiasi cosa necessitassi, e questo ha avuto il suo peso. C’è un certo livello di fiducia tra noi due e so che mi metterà nelle migliori condizioni per avere successo: ora sta a me tenere fede alla mia parte dell’accordo”.
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