Philadelphia 76ers

NBA, James Harden aveva rinunciato all’All Star Game a febbraio

La vicenda James Harden ci ha accompagnato per tutta l’offseason. La volontà del Barba di non rinnovare con Philadelphia e di essere scambiato, l’opposizione di Morey e la reazione dura del giocatore e poi la multa della lega. Questi sono solo alcuni degli eventi di questa lunga estate. Ieri ESPN ha pubblicato un lungo articolo sull’ultimo, travagliato anno di James Harden con la maglia dei Philadelphia 76ers. Tra i passaggi più importanti, colpisce quello relativo all’ultimo All-Star Game.

Nell’ultima stagione Harden si è sacrificato per la squadra, e anche in campo ha puntato più al successo collettivo che a togliersi soddisfazioni personali. Si è preso meno tiri, ha giocato più a servizio della squadra e con l’obiettivo di poter finalmente vincere un anello NBA. Un anello che, arrivato a 33 anni e con tutti i premi individuali in bacheca, è l’unica soddisfazione che manca. Questa maturità del giocatore non è stata colta però dai tifosi, che a gennaio, al momento delle votazioni per l’All-Star Game, non lo hanno premiato. Gli hanno preferito altre guardie della Eastern Conference, come Irving (ancora ai Nets in quel momento), Donovan Mitchell e Jaylen Brown.

Visti gli infortuni e le assenze, il commissioner Adam Silver aveva comunque pensato al suo nome come sostituto. Prima dell’annuncio Silver aspettava però una conferma dal giocatore. Una conferma che non è mai arrivata, perché Harden, sentendosi snobbato dai tifosi, non ha annunciato il suo sì. Quando ha dato la sua approvazione era ormai troppo tardi, e Silver aveva già annunciato la partecipazione di Pascal Siakam come rimpiazzo di Durant, infortunato.

Harden non si è sentito trattato come una superstar, il ruolo che gli spetterebbe in NBA dopo quanto fatto vedere in carriera. Il mancato voto dei tifosi ha pesato sul giocatore, che ha partecipato a dieci All-Star Game consecutivi fino a quello di Utah.

 

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Pubblicato da
Carlo Giustozzi

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