I Dallas Mavericks hanno anticipato i tempi di quasi tutte le altre squadre NBA, iniziando il training camp mercoledì 27 settembre. Una settimana in più di lavoro rispetto alla maggior parte delle altre franchigie, per cercare di cominciare con il piede giusto la nuova stagione. La delusione della scorsa, con l’esclusione dai Playoff dopo l’arrivo di Kyrie Irving, è ancora nei ricordi di tutti. Ma a Dallas c’è voglia di fare e di fare un salto in avanti importante, a partire proprio dall’ex Nets.
Dopo l’allenamento di ieri, Irving si è fermato a parlare con i media, per la prima volta dopo la fine della scorsa stagione regolare. Questa estate si è accordato con i Mavs per firmare un contratto triennale da 126 milioni di dollari, grazie ai diritti Bird che Dallas possedeva sul giocatore. Irving ha parlato della trattativa con Dallas:
“Non è stato un processo molto difficile. Avevo Dallas come squadra numero uno nella mia lista. Ovviamente mi sono anche guardato attorno – opportunità con il salary cap, se c’erano delle squadre della lega in cui potevo trovarmi bene – ma non ho trovato nulla di interessante. E arrivato a 31 anni, sapevo di non poter aspettare, ma sono felice di tornare e trovare una calda accoglienza”
Irving ha continuato parlando della sua famiglia, che era felice della decisione di rimanere a Dallas:
“Mi sono preso qualche giorno prima della free agency per passare del tempo in famiglia, e per sapere cosa pensassero riguardo a rimanere a Dallas con me. Ed erano tutti molto felici. Anche quando sono stato scambiato qui, a metà stagione, gran parte della mia famiglia era felice per me e sapeva che avrei trovato un ambiente giusto, dentro e fuori il campo. Un posto dove essere me stesso. Quindi penso che questo sia il posto migliore per me per continuare a maturare e crescere come uomo”
Il play dei Mavs ha concluso parlando della sua intesa in campo con Luka Doncic:
“Penso che siamo stati troppo passivi l’uno con l’altro. Siamo entrambi dei killer in campo, tutti lo sanno. Vogliamo vincere, e quindi dobbiamo continuare a essere mentalmente solidi e a guidare al nostro meglio la squadra. L’anno scorso è stato tutto molto veloce e avevamo troppa pressione addosso. E poi la salute è tutto in questa lega. Non eravamo al 100% e non siamo riusciti a dare il meglio, mentalmente, emotivamente e fisicamente. Devo dare a noi stessi un po’ di grazia e un po’ di credito per il futuro”
Leggi anche:
NBA, i Blazers hanno rifiutato di tenere Lillard in caso di mancato accordo con Miami
NBA, Anthony Edwards e l’importanza di Kerr: “Mi ha detto che non mi impegnavo abbastanza”
LeBron James si sta preparando “come un rookie” per la sua 21esima stagione NBA