I Sixers sono stati, insieme alla Portland del caso Lillard, i protagonisti nolenti di questa offseason con la vicenda che ha riguardato James Harden. Tutto inizia la scorsa estate, quando l’ex MVP accetta di tagliarsi lo stipendio per alleggerire il monte salari di Philadelphia. Secondo Harden, dietro questa scelta c’era anche una promessa del front office guidato da Daryl Morey di scambiarlo in questa offseason. Per questo motivo a luglio ha rifiutato la player option e ha iniziato a lavorare con gli agenti per trovare una trade, ma le richieste di Morey si sono fatte via via sempre più alte, rendendo impossibile uno scambio.
Il barba ha finito per sbroccare in una conferenza pubblica, chiamando Morey “un bugiardo” e giurando di non giocare mai più in una squadra guidata da lui. Da questa vicenda è nata anche un’investigazione della lega, che ha multato il giocatore per 100 mila dollari. Alla fine, Harden è rimasto (per ora) un giocatore dei Sixers, che si aspettano la sua partecipazione al training camp. Nessuna offerta ha accontentato la dirigenza di Philadelphia, che ha preferito tenere a roster un Harden scontento piuttosto che scambiarlo per asset non ritenuti all’altezza.
L’ingrato compito di gestire un Barba non esattamente entusiasta spetterà a Nick Nurse, che in questa estate ha sostituito Doc Rivers sulla panchina di Phila. Non tutti hanno apprezzato il licenziamento di Rivers, uno degli head coach più esperti della lega, ma Nurse è forse il miglior sostituto possibile. Viene da cinque anni in cui ha guidato i Toronto Raptors al titolo del 2019 (alla sua prima stagione da capo allenatore in NBA) e ad altre due partecipazioni ai Playoff.
Quando la franchigia canadese ha scelto di cambiare, i Sixers sono stati i primi a cercarlo. Nurse è particolarmente apprezzato dagli addetti ai lavori per la sua comprensione del gioco e la capacità di fare aggiustamenti tattici anche durante la partita. Avrà da fare un lavoro importante a Philadelphia, per mettere Joel Embiid ancora più al centro del gioco offensivo e tentare di sfruttare tutti i suoi compagni.
A Philadelphia tutti si ricordano di Nurse e i suoi Raptors per l’epilogo delle Semifinali di Conference del 2019, con il canestro allo scadere di Kawhi Leonard in Gara 7. Quel giorno, Joel Embiid aveva lasciato il campo in lacrime. Oggi Nurse ritrova un Embiid diverso, con una cattiveria nuova e con il premio di MVP dell’ultima stagione in bacheca. Dopo il premio di miglior giocatore della scorsa regular season, tutti si aspettano che imiti Jokic come centro che guida la propria franchigia alla vittoria del titolo.
Forse manca il Jamal Murray della situazione, ma i Sixers possono contare su ottimi talenti nel reparto guardie. Se Harden dovesse rimanere a Phila, sarebbe importante vedergli giocare più di due o tre buone partite ai Playoff. Dopo la vicenda che lo ha riguardato nel corso dell’estate, sarebbe bello che rimandasse a casa le critiche con ottime prestazioni in postseason. Ci si aspetta inoltre un ulteriore passo in avanti da parte di Tyrese Maxey, che è ormai il play titolare della squadra ma deve continuare a migliorare, soprattutto nella realizzazione.
I Sixers restano ancora un enigma. In una estate che doveva essere di grande cambiamento, hanno finito per confermare quasi tutti i giocatori della scorsa stagione. Hanno firmato Mo Bamba e Patrick Beverley e perso Shake Milton, ma la novità più importante è il cambio in panchina, dove Nick Nurse è stato chiamato a sostituire Doc Rivers. I Sixers non arrivano alle Conference Finals e alle NBA Finals dal 2001, riuscirà l’ex allenatore di Toronto a rompere questo digiuno? Altre squadre dell’Est sembrano più attrezzate, ma guai a sottovalutare l’MVP in carica.