Gli Utah Jazz ripartiranno dalla scorsa stagione. Da una stagione in cui hanno vinto 37 partite e sono stati a lungo in zona Playoff nonostante fosse il primo anno di un rebuilding iniziato con le partenze di Donovan Mitchell e Rudy Gobert.
Un processo di ricostruzione reso necessario dagli scarsi risultati ottenuti in postseason dalla squadra dell’ex coach Quin Snyder e dalla convivenza ormai forzata dei due leader della franchigia. Un rebuilding iniziato attorno a Lauri Markkanen arrivato dai Cleveland Cavaliers e che nella scorsa stagione ha messo a segno 25.6 punti, 8.6 rimbalzi e 1.9 assist meritando il premio di Most Improved Player.
Una stagione che ha visto nascere la stella di Walker Kessler, rookie in uscita dagli Auburn Tigers, protagonista di un’annata da 9.2 punti, 8.4 rimbalzi e 2.3 stoppate ad allacciata di scarpe. Sarà da loro che ripartiranno le fortune della franchigia dello Utah e da John Collins. Il 26enne è appena arrivato dagli Atlanta Hawks per praticamente nulla in cambio – Rudy Gay ed una seconda scelta futura non rappresentano infatti a pieno il vero valore di Collins – e si unisce a Markkanen e Kessler per rinforzare il reparto lunghi, integrandosi a meraviglia con entrambi.
I veri movimenti di mercato degli Utah Jazz sono però da considerarsi le scelte al Draft arrivate in estate: Brice Sensabaugh in uscita da Ohio State è un eccellente tiratore che ha prodotto 16.2 punti con il 48% dal campo e il 40% dalla lunga distanza nella scorsa stagione, Tyler Hendricks è un rim protector già pronto per la NBA e infine Keyonte George che si è messo in mostra nella Summer League di Las Vegas come un grande scorer capace di segnare in ogni modo. Il best case scenario per gli Utah Jazz è che possano riuscire a conquistare la postseason direttamente, ma realisticamente dovrebbero ritrovarsi a lottare per i Play-in nella giungla della Western Conference.