I presupposti erano letali. Kawhi Leonard, Paul George, Russell Westbrook e James Harden tutti con la stessa canotta, tutti sul parquet della Crypto.com Arena. Ma se è vero che un neonato prima gattona e poi cammina, questo vale anche per gli esperimenti allestiti in fretta e furia nella speranza di sfruttare al massimo l’ultimo anno di contratto di The Klaw e PG13. Per ora, i nuovi Los Angeles Clippers hanno subito tre sconfitte in tre partite da quando The Beard è entrato stabilmente nelle rotazioni di coach Lue. Tra queste un blowout a Dallas, al termine del quale Kyrie Irving ha commentato così i suoi avversari.
“Ci vorrà ancora qualche partita per capire le spaziature, per capire quando è il momento di spingere. Individualmente sono incredibili… So che miglioreranno, ma al momento stanno cercando di trovare la loro strada”.
Secondo lo stesso James Harden, il periodo di tempo necessario per il rodaggio è di 10 partite.
Harden non ha tutti i torti. Da quando è in California, ha una media di 14.3 punti e 4.7 assist a partita, tirando con il 54.2% dal campo. Ben distante dai straordinari numeri della sua carriera (24.7 punti a partita) e da ciò di cui i Clippers hanno bisogno per poter competere. E le prime tre uscite sono davvero preoccupanti.
Los Angeles non solo è 0-3, ma ha la 27esima difesa e il 25esimo attacco della lega nelle ultime tre partite, ed è 29esima nel net rating. Inoltre, come sottinteso da Irving, i Clippers hanno giocato senza molta urgency, senza ritmo, quasi senza voglia. Mancavano le giocate di aggressività e istinto che contraddistinguono i campioni da tutti gli altri.
La stagione è lunga. Ma in un Ovest competitivo al massimo, i Clippers sono già undicesimi con un record di 3-5. Se dovessero scavare un po’ di più la fossa, potrebbe diventare complicato uscirne centrando gli obiettivi sperati. E per evitare il disastro, Harden deve tornare protagonista.
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