A 38 anni e 320 giorni di età LeBron James non la smette di infrangere record. Nella notte il Re è diventato il secondo giocatore più anziano – dietro solo a Karl Malone (40 anni e 127 giorni) – della storia della NBA a mettere a segno una tripla doppia grazie a 28 punti, 10 rimbalzi e 12 assist. Per lui si tratta della tripla doppia numero 108 in carriera che gli permette di staccare Jason Kidd fermo a quota 107 e di conquistare il quinto posto nella classifica all-time.
Nella serata “King James” realizza anche tre triple su sette tentativi arrivando all’ottavo posto solitario nella classifica ogni epoca a quota 2.283 e superando di fatto Jason Terry (2.282). L’head coach dei Sacramento Kings, ed ex allenatore di James ai tempi dei Cleveland Cavaliers, Mike Brown si è complimentato con il numero 23 per la sua prestazione e per la sua costanza. Scherzando anche su un suo possibile ritiro:
“Non so se è possibile fissare una data del suo ritiro. Penso che ci sia solo una persona che può decidere, ed è lui. Beh, forse due, perché sua moglie potrebbe essere in grado di fare qualcosa al riguardo. È assolutamente fantastico fare quello che fa alla sua età. È fenomenale. Sono stupito ogni volta che giochiamo contro di lui”.
Nonostante i tre primati registrati da LeBron, i Los Angeles Lakers non riescono comunque a portare a casa la vittoria davanti al proprio pubblico e perdono per 125-110 contro i Sacramento Kings. Complice una serata molto difficile per Anthony Davis che segna 4 punti nei primi 4 minuti di partita ma non riesce più a segnare fino all’ultimo quarto e chiude con 9 punti e 9 rimbalzi.
A guidare i Kings ci hanno pensato Domantas Sabonis con 29 punti, 16 rimbalzi e 7 assist e i 28 punti a testa di De’Aaron Fox (5 rimbalzi e 5 assist) e Kevin Huerter (7 assist con 6/11 da tre). Quest’ultimo ha analizzato la vittoria dei suoi nel post-partita:
“Siamo partiti alla grande. Ci siamo imposti in attacco, abbiamo corso in transizione, abbiamo giocato velocemente. Non penso che lo abbiamo mantenuto per il resto della partita, ma dimostra di cosa siamo capaci quando giochiamo a quel livello”.
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