Ci sono quelle serate, quelle partite, che poco importa se si perde. Siamo ancora nella prima metà della regular season, i Phoenix Suns non sono praticamente mai stati a organico completo – e forse un po’ di colpa ce l’ha quel forsennato e pokeristico all-in su giocatori di dubbia salute. Stanotte è arrivata l’ottava sconfitta della stagione, 119-111 contro i Denver Nuggets. Ma Kevin Durant si ricorderà questa partita per motivi diversi.
Non per i suoi 30 punti e 11 assist, che pure hanno contribuito a tenere sempre attaccati i Suns ai campioni in carica. Ma perché, a una manciata di secondi dalla fine del secondo quarto, un semplice layup gli ha permesso di entrare ufficialmente nella top-10 dei migliori marcatori della storia NBA.
Tocca quota 27.423, le partite giocate sono solo 1003. Superati i 27.409 di Moses Malone giocando 326 partite in meno. E ora occhi puntati su Carmelo Anthony e Shaquille O’Neal. Che, mantenendo la media di 31.3 punti a partita (la più alta dal suo titolo d miglior marcatore della lega nel 2013-2014), dovrebbero essere superati già quest’anno. Raggiungere il numero 1 rimane, però, fuori discussione.
Classifica dei marcatori di tutti i tempi della NBA
1. LeBron James: 39.124
2. Kareem Abdul-Jabbar: 38.387
3. Karl Malone: 36.928
4. Kobe Bryant: 33.643
5. Michael Jordan: 32.292
6. Dirk Nowitzki: 31.560
7. Wilt Chamberlain: 31,419
8. Shaquille O’Neal: 28.596
9. Carmelo Anthony: 28.289
10. Kevin Durant: 27.423
11. Moses Malone: 27.409
Altro record, anche se in direzione opposta. Stanotte è stata la prima volta che Durant, durante il secondo tempo di una partita di stagione regolare, ha tirato più di 9 volte senza mai segnare (0/10). E anche questo, a modo suo, è sintomo di una enorme grandezza. Rimane però la grande incognita della salute. Per quanto tempo Durant potrà essere sano e produttivo?
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