Ieri i Golden State Warriors sono tornati ad allenarsi per la prima volta dalla scomparsa dell’assistente allenatore Dejan Milojevic. Il coach serbo era con la squadra quando si è sentito male, ed è morto a soli 46 anni. Una tragedia che non può lasciare indifferenti, e per gli Warriors è stato un colpo durissimo. A fine allenamento Steve Kerr ha parlato a lungo di Milojevic, e del momento durissimo che sta vivendo tutta la squadra:
“E’ difficile descrivere questa settimana. Ci ha spezzato il cuore, siamo devastati. E’ la cosa più triste che sia successa da quando sono in NBA, abbiamo perso qualcuno che era così vicino a noi. E, ancora più importante, vediamo la sua famiglia soffrire. Quindi l’ultima settimana, gli ultimi cinque giorni, è stata piena di tutto questo. Di shock, commozione e amore che sono arrivati da parte di tutto il mondo”
Gli Warriors hanno vinto tutti insieme l’omaggio arrivato dalla Serbia per Milojevic, e hanno avuto modo di comprendere ancora di più quanto fosse importante nel suo paese:
“Questa mattina abbiamo visto tutti insieme la partita in Serbia. Giocavano il Mega, la squadra che ha allenato, e il Partizan, dove ha giocato. E non sono sicuro di aver mai visto qualcosa come la dedica che i tifosi e l’organizzazione hanno fatto a Deki nel prepartita. E’ stato incredibile. L’abbiamo visto tutti assieme, e ci ha fatto capire quanto Deki fosse importante per il suo paese”
La lega, su richiesta degli Warriors e con il consenso degli avversari, ha deciso di rinviare le partite in programma contro Mavs e Jazz. Un gesto non scontato, e per il quale Steve Kerr ha ringraziato Silver e le squadre avversarie:
“Ne avevamo bisogno, e voglio ringraziare l’NBA e Adam Silver per aver rinviato queste due partite. Non potevamo riuscire a stare in campo e giocare né mercoledì nè venerdì. Voglio ringraziare la lega e anche i Mavs e i Jazz, perché so che questo rinvio complicherà il loro calendario”
Le ultime parole, forse le più belle, Steve Kerr le ha spese per ricordare l’impatto di Deki Milojevic nella squadra. Dava un grande contributo a livello umano, prima che cestistico:
“Deki era molto diretto e onesto ma non offendeva mai nessuno. Qualche volta le riunioni tra allenatori possono diventare caotiche, abbiamo tutti delle idee diverse, e lui aveva sempre un luccichio negli occhi e una risata anche quando ci sfidava. Aveva molti modi di dire divertenti. Vedeva sempre del buono nelle persone, e la gioia nella vita. E come fai a non amare questo aspetto di lui ogni giorno, quando fai una stagione che dura dai sette ai nove mesi? E’ esattamente il tipo di persona che voglio vicino, Deki era quel tipo di persona per tutti”
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