Nella notte, i Golden State Warriors hanno perso contro Minnesota, ma quello che ha più colpito tifosi e addetti ai lavori è la curiosa scelta da parte di coach Steve Kerr nel panchinare Stephen Curry da quando mancavano quattro minuti alla fine del terzo quarto (con gli Warriors a +5, ndr), fino a 6 minuti dalla fine dell’ultimo parziale. In questo lasso di tempo, Minnesota aveva ribaltato ogni cosa registrando un parziale di 34-19. Queste le parole di Curry a riguardo:
“Voglio giocare più minuti possibile, sono fresco e in grado di farlo, quindi sono un po’ sorpreso da quello che è successo, vedendo poi anche quello che stava succedendo in campo. Il nostro vantaggio si stava assottigliando sempre più.”
Stephen Curry ha concluso la partita con 31 punti, 9/21 al tiro, in soli 30 minuti di gioco. Successivamente, sono arrivate le parole dello stesso Kerr:
“Non possiamo aspettarci che Steph ci guidi partita dopo partita. Gli abbiamo affidato il peso di questo franchigia per 15 anni. Non possiamo pretendere che giochi ogni volta 35 minuti… Se volete dire che il fatto che giochi 30 minuti invece di 32 fa la differenza tra una vittoria e una sconfitta, non sono affatto d’accordo. Ovviamente volevamo vincere la partita, ma con un occhio alle condizioni di Curry”.
Nonostante tutto, il nativo di Akron ha ricordato che quest’anno non esiste una formula assoluta per gli Warriors:
“Ho giocato tutto il quarto quarto contro Indiana e non abbiamo vinto… e ora non abbiamo vinto neanche contro Minnesota con me fuori dal campo. Dobbiamo trovare una via di mezzo. La situazione si risolverà da sola. Ogni partita conta se dobbiamo guardare alla classifica, in una posizione in cui dove non avremmo mai pensato di essere. Ma non ci arrendiamo. Se ciò significa giocare più minuti, sarò disposto a farlo”.
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