Mandata in archivio la sua prima annata NBA Victor Wembanyama avrà modo di riflettere lungamente nel corso dell’offseason. In occasione di un’intervista esclusiva concessa a Kevin O’Connor di The Ringer, il talento francese ha dimostrato consapevolezza dei propri margini di miglioramento, per certi versi ancora inesplorati. Quanto alle aspettative, discorso pressoché analogo.
Aspettative e aree di miglioramento: a tutto Wembanyama
Riportiamo un paio di passaggi della chiacchierata:
“In questi anni, crescendo, ho imparato a conoscermi molto di più, sono sicuro di me e so cosa faccio. Nessuno potrebbe nutrire aspettative di sorta nei miei confronti. Ho le mie, personali, e il 99% delle volte superano quelle di chiunque altro.”
L’impatto è stato dirompente, eppure più di un dettaglio del suo gioco può ancora essere limato, come naturale che sia. Tra queste spicca il tiro dalla lunga distanza, specie in situazioni improvvisate di catch-and-shoot
“Mi sento molto più a mio agio quando sono un po’ in ritmo. A volte, quando prendo e tiro senza un palleggio, sento le braccia davvero basse. Le mani sono grandi, mi sento come dentro una scatola. Mi sento un po’ come Wilt Chamberlain, che era in difficoltà ai liberi ed efficace con ganci e finger roll in corsa, appunto perché già in ritmo. […] Se lavoro sullo stare più basso sulle gambe, impattando con il difensore e resistendo alla marcatura, la mia abilità nelle conclusioni migliorerà.”
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