Kenton, detto Kenny, Trevino dieci anni fa lavorava in un autolavaggio a San Antonio per pagarsi gli studi. Il suo nome o la sua faccia oggi non vi diranno nulla, ma quest’estate è lui l’allenatore dei San Antonio Spurs durante la NBA Summer League 2024. E tutto questo sta avvenendo a soli 31 anni. Eccolo ora nella posizione che molti altri “sconosciuti” hanno occupato prima di lui e poi sono diventati allenatori in NBA.
Come detto, la sua è una storia che parte relativamente tempo fa: nel 2013, Kenny Trevino era quanto più lontano possibile dai parquet delle arene di basket, come confessato lui stesso ai microfoni del San Antonio Express-News:
“Ero il ragazzo che puliva gli insetti dai paraurti delle auto”
Fu proprio mentre svolgeva questo lavoro che incontrò Travis Wade, responsabile dell’attrezzatura degli Spurs, che prese subito in simpatia il giovane. Inizialmente reclutato come “raccattapalle” per distribuire palloni e asciugamani, poi promosso a responsabile dell’attrezzatura nel 2018, Kenny Trevino ha scalato le fila del coaching staff, fino a diventare dallo scorso anno video cordinator della squadra:
“Non si vedono solo le partite, ma si può essere presenti anche alle riunioni degli allenatori. Questa è la cosa più importante. Quando sei un topolino nella stanza e senti Coach Pop e questi ragazzi parlare di reporting e analisi, è davvero illuminante per un giovane allenatore come me.”
Prima di lui, tanti attuali coach NBA hanno allenato gli Spurs in Summer League
In questo raro viaggio, degno di una serie o di uno scenario cinematografico, Kenny Trevino e il suo volto quasi adolescente fanno parte di una stirpe di allenatori passati per San Antonio e oggi molto rispettati nella NBA. Mike Budenholzer, Becky Hammon , Jacque Vaughn, James Borrego, Taylor Jenskins e Will Hardy: tutti hanno avuto in mano la squadra degli Spurs nella Summer League. Una sorta di punto di partenza che fa ben sperare per il futuro.
Kenny Trevino è diventato coach degli Spurs quest’estate anche per una felice combinazione di circostanze, perché nel bel mezzo dell’estate olimpica, gli assistenti Matt Neilsen – responsabile della squadra di Summer League lo scorso anno – e Mitch Johnson, si sono rispettivamente uniti con la nazionale australiana e Team USA, mentre il responsabile dello sviluppo dei giocatori Josh Brannon ha seguito Jeremy Sochan e la selezione polacca.
Chissà dove sarà tra dieci anni. Per ora – mantenendo i piedi per terra – ammette il suo sogno:
“Sì, ovviamente, un giorno mi piacerebbe fare l’allenatore nella NBA. Ma per ora mi concentro sull’essere il miglior coordinatore video possibile.”
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