Una cavalcata come quella della stagione 2023, fermatasi a due vittorie dal titolo NBA, era difficilmente ripetibile dalle parti di South Beach. Nonostante questo, punti di contatto tra le due annate sono stati diversi. 46 vittorie stagionali contro le 44 del 2022-2023; ancora un successo nello spareggio Play-in per l’ ottava testa di serie, poi il gentleman’s sweep (1-4) al cospetto dei Boston Celtics campioni. Il miracolo sportivo non è stato replicato fino in fondo, ma ciò nulla toglie alle fondamenta della Heat Culture. In estate la dirigenza, con Pat Riley in testa, ha di fatto consegnato la squadra nelle mani di Bam Adebayo (estensione triennale al massimo salariale che scatterà dal 2026-2027). Si è così aperto, in anticipo sui tempi, un confronto latente con Jimmy Butler, che si troverà presto nella stessa condizione (contratto in scadenza, con player option per la stagione 2025-2026). Riley ha preso tempo insistendo sulla continuità fisica dei giocatori quale condizione necessaria a sostenere un simile investimento. Butler, 34 anni, non ha mai superato nei cinque anni in Florida le 64 partite in stagione regolare. Per intenderci, visti gli standard minimi richiesti, Jimmy non sarebbe stato eleggibile per alcun premio individuale. Le porte girevoli tra i role player sono ormai una costante, così come è indubbia la capacità di Spoelstra nel plasmare il gruppo ai propri schemi e dettami di gioco. Lo sanno solo i Miami Heat, quale sarà il loro limite. Un buon punto di partenza? Riprendersi il titolo divisionale sfuggito per una sola vittoria nell’aprile scorso.