Relocation, rebuliding, una coppia di termini che nel gergo NBA ne anticipa forse una terza, tanking. Washington D.C. ha rischiato nei mesi scorsi di perdere i gradi di capitale NBA in Virginia e tanto basta per descrivere una situazione desolante. Non promette magie il GM, Will Dawkins, che anzi ha portato indietro il cantiere dei lavori a una fase ancora precedente:
“ Ci sono quattro fasi: la decostruzione, la posa delle fondamenta, la costruzione e poi la fortificazione di ciò che è stato costruito […] “Festeggiate i dolori della crescita… vedrete scorci di futuro… quando vedrete questi scorci, fatene tesoro e prendete nota e sappiate che c’è ancora molto da fare.”
Si ritorna al Draft, ancora una volta, dopo aver lasciato andare però via trade Deni Avdja, uno dei pochi talenti futuribili nel roster. Quale orizzonte dunque per Alex Sarr e Bub Carrington, lottery pick giunte a Washington?
Brogdon e Valanciunas porteranno esperienza a un roster in cerca di direzione. Il contributo del lituano sarà essenziale sotto i tabelloni per provare a risollevare uno dei tanti dati di squadra impietosi (rimbalzi catturati a partita). Dopo una stagione da 15 vittorie, la peggiore nella storia della franchigia, gli spiragli non sono molti. Più della metà dei successi conquistati sono arrivati con Brian Keefe in panchina e la sua conferma è una presa d’atto. L’etichetta di interim head coach, a onor del vero, sarebbe stata troppo anche per una squadra da decostruire come gli Wizards. A risentirci a maggio, per la Lottery del Draft 2025.